Musica, Sago suona da solo
«Ho sentito la necessità di fare qualcosa da solo, senza trascinare con me nessuno e senza cercare di tirarmi dietro qualcun’altro». Andrea “Sago” Di Renzo, conosciuto dai più come dj Sago, spesso dietro alla sua consolle e ai suoi vinili, decide finalmente di volare da solo, e il risultato, “Figlio di..” è un album a tratti feroce, dal finale dolce, ma sempre concreto e solido.
Il lavoro
Dieci tracce e una grafica, curata da Erica Canale Clap, molto pulita e minimale. Il viso di Andrea in copertina ricorda che questa volta il rapper valdostano ci mette del suo, anzi, solo del suo. Reduce da diversi progetti, sempre accompagnato da altri artisti valdostani, per questa sua ultima fatica Sago ha deciso di raccontarsi e dedicare spazio alle sue emozioni, avvalendosi di Simone “Momo” Riva, una certezza nel campo della musica, e di Simon X, eporediese che ha curato le basi di tutte le tracce: «Simon X si occupa di musica elettronica, cercavo da tempo qualcuno che mi producesse, per evitare di dover utilizzare tracce pre confezionate su internet, l’incontro con lui ha dato concretezza ai miei pensieri. Forse senza questo incontro avrei continuato a fare musica saltuariamente, in maniera sporadica. Le canzoni erano pronte, ma mi mancavano le condizioni ideali per lavorare serenamente, questo terreno fertile è arrivato con Momo e Simon X e sono molto grato a loro per avermi permesso totale libertà e pieno appoggio».
Il risultato
Si inizia subito col botto, la prima traccia, “Maschi insicuri”, mette subito chi ascolta al centro del mondo di Sago, la campionatura di alcuni dialoghi di film infatti rappresenta molto bene la passione cinematografica che il giovane valdostano coltiva da sempre e permette a Sago di creare un prodotto simile alle sonorità del francese Wax Tailor, rimanendo comunque molto più duro per quel che riguarda i testi, come dimostrano il brano “Dimmi Si”, dove l’artista non ha paura di dire la sua sull’offerta artistica del panorama regionale, o “Supercattolico”, titolo che ben racconta la sua idea di religione; ma è “Ça va” il brano dove Sago si lascia andare a una riflessione dura e profonda alla società valdostana, citando nel ritornello diversi comuni valdostani e ritornando alla funzione primordiale del rap: la contestazione. Sago non si risparmia e non risparmia critiche, ma non ci sta a parlare per gli altri: «Non sono un politico, non sono un sociologo, io canto le mie emozioni e i miei feedback. Posso raccontare come mi sento e cosa penso di questa Valle d’Aosta che spesso mi travolge come una coltre che mi affanna e che io vivo come un’enorme pesantezza. Questa è la mia percezione e non pretendo che sia quella di chi mi ascolta».
L’album, disponibile su Soundcloud o contattando personalmente Andrea tramite i social, è perfettamente equilibrato: le tracce dure e “feroci” lasciano il posto pian piano a dei brani più dolci e avvolgenti come “L’ultima canzone” o “Come Pippo”.L’ultimo lavoro di Sago offre riflessioni sparse con l’onestà di chi non vuole imporre un pensiero, ma solo offrire una visione diversa di ciò che ci circonda, cercando con grande umiltà di fare buona musica: «Mi sono divertito, ho vissuto questo disco come una necessità personale, ma lavorando da solo ho avuto la fortuna di non dover scendere a compromessi o urgenze diverse dalle mie».
(alessandra borre)