Caso FB Aurum: nessuna evasione di imposte dai contitolari
Sono stati assolti «perché il fatto non sussiste» dall’accusa di reati tributari, più precisamente dall’accusa di dichiarazione infedele, l’imprenditore Sergio Barathier e la moglie Wilma Ferrero, contitolari dei negozi FB Aurum di Courmayeur e Aosta.Secondo quanto emerso da una verifica fiscale del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Aosta, che ha portato poi all’apertura di un secondo filone d’indagine per una presunta frode relativa alla vendita di orologi e capi d’abbigliamento in violazione degli accordi commerciali con i titolari della casa madre, Barathier e la moglie avrebbero evaso imposte per 160 mila euro a testa in riferimento alla dichiarazione dei redditi 2013.Circostanza smontata questa mattina in aula dalle difese dei due imputati, rappresentati dagli avvocati Roberto Craveia e Jacques Fosson, che hanno ricondotto l’eventuale evasione comunque al di sotto della soglia di punibilità dei 150 mila euro.Una volta appreso l’esito del processo, l’avvocato Fosson ha commentato: «L’aspetto prettamente fiscale è già stato definito con l’Agenzia delle Entrate».Una vicenda, quella legata alla verifica fiscale a cui è stata sottoposta la società FB Aurum, entrata in qualche modo nelle pieghe dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Milano che vede coinvolti – tra gli altri – l’ex procuratore capo facente funzioni di Aosta, Pasquale Longarini, e l’amico-imprenditore Gerardo Cuomo, titolare del Caseificio Valdostano, se è vero che – per gli inquirenti milanesi – Sergio Barathier (nella sua qualità di titolare del Grand Hôtel Royal e Golf di Courmayeur) avrebbe subìto la «pressione» di Longarini affinché cambiasse fornitore di prodotti alimentari, appoggiandosi al Caseificio Valdostano dell’amico Gerardo Cuomo.«Si tratta del procedimento che ha interessato la Procura di Milano», ha confermato fuori dall’aula ancora l’avvocato Jacques Fosson.Secondo l’inchiesta avviata a Milano, in riferimento alla vicenda finita quest’oggi a processo (il giudizio relativo alla presunta truffa ai danni dello Stato è in calendario a fine maggio), Pasquale Longarini – a fronte del cambio di fornitura al Grand Hôtel Royal e Golf di Courmayeur – avrebbe consigliato a Sergio Barathier di pagare immediatamente all’Agenzia delle Entrate quanto dovuto per la parte prettamente fiscale, «che sul piano penale le cose si sarebbero potute sistemare».Un’indagine, quella milanese, ormai prossima alla chiusura, che vede indagati Pasquale Longarini per favoreggiamento e induzione indebita a dare o promettere utilità, reato – quest’ultimo – che gli uomini del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano contestano anche a Gerardo Cuomo e Sergio Barathier.(pa.ba.)