Acqua: un comitato per dire no a privatizzazione CVA
«Che una regione che si dichiara autonoma voglia privatizzare l’acqua, una delle ricchezze della Valle d’Aosta, è un assurdità: vendere un bene comune ai privati non rientra nell’interesse dei valdostani». Parola di Paolo Meneghini, che assieme a Paolo Gino, Georges Dalle e Sandro Bortot, del neonato comitato ‘Giù le mani dalle acque e da Cva’, hanno proposto al consiglio regionale una moratoria dell’articolo 27 del documento di programmazione finanziario approvato nel novembre del 2016, articolo che prevede la quotazione in borsa della Cva.Sperando di poter contare sull’appoggio dei consiglieri Roberto Cognetta, Elso Gerandin e Andrea Padovani (oltre che dell’assessore Albert Chatrian, di cui Alpe -presente alla serata di mercoledì 5 aprile- ha garantito quantomeno l’interesse ad un confronto), il comitato spera di bloccare, pur temporaneamente, l’iter di privatizzazione della Compagnia della Acque, in modo da innescare un dibattito pubblico contro la scelta di mettere sul mercato una partecipata che, leggendo i dati della stessa società, sarebbe in buona salute e capace di produrre utili crescenti (il fatturato, nel 2015, è stato di 1.141,7 milioni di Euro).E allora perché privatizzare? Per fare cassa, secondo Paolo Gino: «di fronte alle sofferenze causate dal patto stabilità e dal pareggio bilancio si vende quello che c’è nell’illusione di incassare. Gli enti locali sono stati messi all’angolo da quindici anni di patto di stabilità interno volto a destrutturare il loro ruolo, facendo del settore pubblico un facilitatore della sfera d’influenza dei grandi capitali. Oggi i comuni si devono mettere insieme per dire che il patto di stabilità è una porcheria».A rischio, secondo il comitato, ci sarebbe anche un’eccessiva pressione sulle acque valdostane, già stressate dalla proliferazione di centraline private. «Si rischia la morte dei torrenti -ha detto Paolo Gino – basta vedere la Dora in questo periodo: c’è un eccessivo prelievo d’acqua, e con la privatizzazione della Cva la cosa non potrà che peggiorare».Nel caso in cui l’opzione di una moratoria venisse scartata, il comitato ha in mente di valutare l’utilizzo del referendum consultivo, in modo da coinvolgere la popolazione locale.Nella foto, Paolo Meneghini, Georges Dalle e Paolo Gino.(matteo castello)