Lotta ludopatia: esercenti e politici ancora lontani
La strada per trovare un punto di incontro tra esercenti e politica sul tema della lotta alla ludopatia sembra essere ancora lunga. Infatti, se da un lato istituzioni e ed esercenti concordano sull’importanza di tutelare la salute pubblica, per quanto riguarda le applicazioni pratiche c’è ancora molta distanza tra rappresentanti delle attività commerciali e istituzioni.
Tutelare fasce deboli ed esercenti
Durante la seduta delle commissioni congiunte 1° e 3° il presidente del Sapar Raffaele Curcio ha fatto emergere «la necessità di tutelare non solo le fasce deboli, ma anche l’indotto e gli esercenti del settore» considerati «parte della soluzione e non parte del problema». In particolare, i responsabili delle associazioni di categoria hanno posto l’accento sul rischio di gioco d’azzardo illegale derivante dal divieto e dalla limitazione del gioco legale e, come sottolineato dal delegato Fit Patrick Aloisi, sul problema della limitazione territoriale dell’accordo comunale perché «se io devo spegnere gli apparecchi a una certa ora, il cliente in cinque minuti si può spostare in un altro comune e continuare a giocare».
«Lo Stato è guardia o ladro»?
Su questo punto, infine, l’assessore regionale alla sanità Laurent Viérin, in audizione durante la commissione ha rilanciato la possibilità di «creare un tavolo di raccordo tra regione, comune di Aosta, enti locali ed esercenti» invitando lo stato a decidere «se è guardia o ladro». Invitati, ma assenti invece i rappresentanti degli Enti locali, rimarcata da Vincenzo Caminiti prima e da Vierin poi. Verranno quindi fatti nuovi incontri per cercare di ridurre una distanza tra gli attori, che a oggi appare ancora considerevole.
(erick bazzani)