Donnas: acceso dibattito su arrivo migranti
Serata di grande dibattito a Donnas lunedì 6 febbraio, dove, nel salone polivalente, si è tenuta un’assemblea pubblica riguardante l’arrivo di un numero non ancora ben precisato di richiedenti asilo e rifugiati.
Partecipazione massiccia della popolazione, che si è confrontata con il sindaco di Donnas, Amedeo Follioley, il dirigente della Prefettura di Aosta, Vitaliano Vitali, e i due rappresentanti della Cooperativa sociale Leone Rosso, Francesco Buratti e Veronica Fantini, società che si prenderà carico delle persone accolte.
Sprar e Cas
Nel corso della serata sono state spiegate agli abitanti di Donnas le differenze tra l’arrivo dei migranti in Italia tramite lo SPRAR (Servizio di Protezione per i Richiedenti Asilo & Rifugiati) e il CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria), in cui la gestione è affidata a Prefettura e cooperative, senza vedere il diretto coinvolgimento del Comune, come avviene nell’80% dei casi in Italia.
Incalzato dalle domande della folla, Buratti ha svelato che l’abitazione del borgo che fungerà da rifugio per i migranti è quella con il numero civico 11 in via Principe Tommaso e che l’affitto per l’immobile sarà di circa 1200 euro, anche se il numero di migranti rimane ancora da definire. «Contiamo di creare un’unica unità abitativa di accoglienza nel borgo di Donnas e abbiamo iniziato a confrontarci con la volontà della Cooperativa Leone Rosso di portare il numero di posti da 12 a 20 – ha spiegato Follioley, che ha anche sottolineato come nei suoi concittadini ci possa essere – normale diffidenza, ma che dovremo cercare di creare il più possibile l’integrazione».
In questa direzione vanno proprio i due rappresentanti della Leone Rosso, che hanno spiegato come i richiedenti asilo possano essere utilizzati per «attività di volontariato, che noi chiamiamo di restituzione al territorio e di partecipazione a progetti di associazioni locali».
Più di un dubbio tra la popolazione
Non sono però mancati gli interventi di quanti hanno sollevato più di un dubbio di questo progetto, in primo luogo la Lega Nord e diversi abitanti del Borgo di Donnas, che hanno presentato due petizioni contro l’eventuale insediamento in paese di queste persone. Secondo il consigliere comunale Gino Agnesod, per esempio, «non è giusto dar vita a questa mercificazione delle persone. I veri razzisti non siamo noi che non vogliamo queste persone, ma chi specula su questi affari e dà vita a un vero e proprio business».
Vitali ha voluto precisare che il piano operativo ANCI per la distribuzione dei migranti si muove verso un «incentivo dei Comuni ad aderire alla rete SPRAR, in modo da attuare una clausola di salvaguardia che opererà in prospettiva».
Il numero sempre crescente di persone arrivate in Valle (si è passati dai 67 del 2014, anno in cui ha preso il via il progetto di accoglienza dei migranti in Regione, fino ai 128 del 2015 e ai 305 dell’anno appena passato) preoccupa il primo cittadino di Donnas, che ha concluso senza lasciar trasparire più di un dubbio sugli sviluppi futuri dei CAS e dei rapporti tra i comuni per affrontare il problema. «Le persone da qualche parte vanno sistemate. Dovremo affrontarlo a livello di enti locali, cercando di coniugare le nostre necessità con quella della Prefettura», ha infine chiosato Follioley.
(Mattia Pramotton)
In foto: il pubblico di Donnas