Casinò: no a finanziamenti e azzeramento dirigenza
Votato dalla quarta Commissione consiliare Sviluppo economico, il disegno di legge in materia di disposizioni urgenti per il risanamento finanziario della Casinò de la Vallée messo a punto dalla seconda Commissione consiliare Affari generali viene iscritta nell’ordine del giorno del Consiglio Valle e, messa in discussione, incassa il sì unanime dell’aula. Come è unanime il sì all’ordine del giorno correlato (cambiato in corsa per far sparire il finanziamento urgente) che impegna il governo regionale a «rivedere radicalmente l’organizzazione del Casinò spa (amministratore unico, collegio sindacale, i quadri con funzioni di responsabilità nei settori del personale, gioco marketing, relazioni sindacali)» e a «verificare la reale situazione gestionale e valutarne un’eventuale necessità di finanziamento legata all’attuazione del piano di rilancio previsto dalla proposta di legge n.100 e approvato dal Consiglio regionale». Si chiude il dibattito sul salvataggio della casa da gioco e si apre quello sulle responsabilità politica del fallimento del casinò, nel mirino ancora il presidente della Giunta Augusto Rollandin messo all’angolo dal Consiglio. Per le organizzazioni sindacali: «nessun passo avanti, ora ci aspettiamo il peggio».
Rollandin, bene la condivisione
Il presidente Rollandin fa buon viso a cativo gioco (di fatto la giunta è commissariata dal Consiglio) e dice: «le relazioni fatte hanno confermato l’impegno della Commissione e di tutti quelli che hanno lavorato a indicare una via di uscita. L’articolato parte dall’assunto che è importante prevedere un piano di riorganizzazione. Il progetto presentato in giunta e mai votato prevedeva investimenti indispensabili per non far chiudere la casa da gioco e rispetto a questo avevamo previsto una restituzione che aveva una sua logica ma comunque i soldi erano legati al piano di rilancio. La ripartenza è stata condivisa, non è tema da valutare politicamente negativo. E’ sostanziale considerare che ci sono 56 lavoratori, quelli che hanno optato per la Fornero, che sono in attesa di risposte».
Ego Perron grande assente
«E’ chiaro a tutti l’urgenza del dossier casinò che rimane uno degli elementi strategici di questa regione. Da qui la volontà di dare una risposta immediata che riaffermi la centralità della casa da gioco ma affermi anche la pari dignità di altri settori produttivi. La legge mette in chiaro che non si danno soldi senza un piano di riorganizzazioni. E’ una legge semplice e concreta». A sottolinearlo il presidente della seconda commissione Leonardo La Torre, presentando in aula la legge. «Il provvedimento di legge segna il passo con il passato e rappresenta un punto di ripartenza. Per ripartire bisogna mettere fine al fallimento gestionale (leggi azzeramento della governance) e politico. Altrimenti è inutile mettere soldi. Bisogna trovare il progetto e il manager giusti anche prima dei 60 giorni e poi sostenerli con l’obiettivo ultimo di privatizzazione» ha commentato il capogruppo Luigi Bertschy, intervenendo nel dibattito. «Il testo di legge è stato oggetto di lunghe discussioni e va nella direzione giusta» ha aggiunto il capogruppo del Pd Jean-Pierre Guichardaz . «Qualcuno dovrà addossarsi la responsabilità del fallimento della casa da gioco» torna a ribadire il capogruppo di Alpe Albet Chatrian e stigmatizza l’assenza dell’assessore con delega al Casinò Ego Perron (in vacanza, giudicata inopportuna dai colleghi) «che non più tardi di alcuni mesi fa garantiva che non ci sarebbero più stati finanziamenti pubblici». Ricorda al presidente Rollandin che «per due volte il suo progetto di legge (i 43 milioni da erogare) è stato stoppato». «Non si può più gestire la casa da gioco nella convinzione che basti aprire le porte,bisogna lavorare sul marketing, sulla promozione per incrementare gli introiti altrimenti saremo punto a capo. Tutti saranno chiamati a fare dei sacrifici, lavoratori compresi. Bisogna mettere nelle giuste mani il rilancio» ha detto il capogruppo di Stella Alpina Perluigi Marquis.
La legge in sintesi
Il provvedimento prevede la nomina di un nuovo amministratore unico che prepari in 60 giorni un piano di ristrutturazione dell’azienda, indicando quali risorse sono necessarie per metterla in sicurezza e rivolgendosi anche sul mercato privato per reperirle. Inoltre dispone l’eventuale insediamento di un collegio di saggi.(danila chenal)