Migranti: Saint-Vincent sceglie l’accoglienza integrata e diffusa
La Lega Nord, presente in forza tra il pubblico al Consiglio straordinario sull’arrivo di 25 migranti all’ex hôtel Suisse, consegna al sindaco Mario Borgio 540 firme raccolte in paese sul ‘No ai clandestini sul territorio comunale’. Debutta così l’assemblea cittadina che dopo oltre tre ore si chiude con la bocciatura della minoranza, capitanata da Ruggero Meneghetti, che chiedeva il coinvolgimento della prefettura e del Celva e l’approvazione della risoluzione della maggioranza di Mario Borgio arrivata alla fine della serata. Dal pubblico solo l’invito a lavorare uniti.
Avanti con l’accoglienza diffusa e integrata
Arringa il pubblico Borgio che in una pausa si rivolge all’uditorio chiedendo quale via seguire o quella della risoluzione o quella del progetto Sprar, «riduttivo del danno», sottolinea ancora. Progetto Sprar sia decreta il pubblico. Così Saint-Vincent aderirà alla «rete che prevede strutture di accoglienza diffuse e integrate sul territorio, appartamenti soprattutto, e servizi di inclusione sociale e accompagnamento nel percorso di integrazione». Per farlo la maggioranza mette a punto una risoluzione – necessaria quasi un’ora per mettere tutti d’accordo – che mette insieme la proposta della minoranza, con tanto di coinvolgimento del Celva e della prefettura, e che impegna il sindaco ad «approfondire le possibilità normative che perseguano l’obiettivo di ridurre i numeri dell’accoglienza di migranti consentito dall’ultimo bando regionale» e «ad attivarsi per l’individuazione di soluzioni alternative per la realizzazione di progetti di progetti di accoglienza finalizzate a un’accoglienza integrata e contenuta nei numeri e protetta dalla direttiva ministeriale dell’11 ottobre 2016».
La risoluzione della minoranza
Una risoluzione che impegna il «sindaco, anche nella sua qualità di ufficiale di governo locale, affinché si attivi immediatamente con gli organi di prefettura e con ogni altro soggetto coinvolto nella vicenda per trovare soluzioni alternative rispetto a quella prospettata, e che, inoltre, si faccia promotore presso il Celva di una proposta di convenzione che disciplini formalmente i rapporti tra prefettura e Comuni valdostani, sul tema dell’accoglienza dei migranti all’interno di una logica di intervento adeguata alle caratteristiche del nostro territorio ed efficace per le persone da accogliere».
Messo a tacere il presidente del Consiglio
Prova a inquadrare la problematica il presidente del Consiglio Paolo Ciambi che traccia il quadro della migrazione, delle sue rotte, degli sbarchi e dei paesi dai quali arrivano i richiedenti asilo. Parla di morti in mare, di violenza, di accoglienza e clandestinità. Ricorda i principi di accoglienza che mirano alla sostenibilità e all’integrazione. Cita la disinformazione e i pregiudizi che corrono via social e il pubblico rumoreggia qualcuno abbandona l’assemblea. Avanza la tesi piccoli numeri uguale a grande integrazione per arrivare alla proposta Sprar (Servizio protezione richiedenti asilo e rifugiati), «linea che il ministero dell’Interno e Anci stanno spingendo. La clausola di salvaguardia del territorio non è stata inserita nel bando come altre municipalità hanno fatto. Capisco le preoccupazioni » cerca di proseguire ma senza successo
Acqua sul fuoco
Stempera il clima arroventato Borgio che prende la parola «l’arrivo dei 25 migranti nasce dalle norme che ci viaggiano sulle teste, con lo Sprar si riducono i numeri a 13 migranti (2,5 ogni mille abitanti). Con i numeri ridotti non avremo ricadute negative sul territorio. Stiamo valutando se attivare un progetto Sprar che scongiurerebbe, il condizionale è d’obbligo, una concentrazione di 25 richiedenti asilo». Non nega il primo cittadino il pericolo di sovrapposizione tra bando e Sprar e la possibilità di avere addirittura oltre trenta migranti. Aggiunge: «Niente in contrario a votare la risoluzione della minoranza ma noi, che abbiamo la responsabilità di amministrare, dobbiamo ragionare su percorsi alternativi. Faremo tutto quanto in nostro possesso, verificheremo gli standard. Preghiamo o ci attiviamo per non averne altri. Non è automatico ma in prospettiva un progetto Sprar ci mette al riparo». L’assessore Carmen Jacquemet cerca di placare gli animi. «Abbiamo sentito un profondo senso di impotenza di fronte a un bando che prevede la trattativa privata. Sul piano umano siamo tutti sensibili ma Saint-Vincent vive sul turismo. Abbiamo esplorato tutte le vie e siamo arrivati allo Sprar. I Comuni che appartengono alla rete Sprar o che abbiamo manifestato la volontà di aderirvi sono resi esenti dall’attivazione di ulteriori forme di accoglienza. E’ l’unica via per l’amministrazione di avere la situazione sotto controllo».
Minoranza furiosa
Così Meneghetti: «Per lo Sprar – bando scaduto – se ne riparla nel 2018. Intanto ce ne arrivano 25. Bisogna lavorare per trovare alternative e scongiurarne l’arrivo. Noi abbiamo sollevato una tematica e ci siamo trovati di fronte a una conferenza da Caritas, fuori tema. Noi abbiamo fatto una proposta. Andiamo al voto piuttosto che portare avanti una manfrina, una discussione debole». Duro il giudizio di Maurizio Castiglioni: «Il Consiglio è stato umiliato dal suo presidente che ha fatto una lezioncina fuori luogo. La clausola di salvaguardia serve fino a un certo punto. Bisogna lavorare a livello di Celva per tutelare i comuni a vocazione turistica. Stiamo attenti a imboccare strade che potrebbero lasciarci tra qualche mese cornuti e mazziati».(danila Chenal)