L’Amleto anni ’30 di Pecci convince Aosta
Un Amleto moderno, fuori dalle atmosfere classiche, ma ambientato negli anni ’30 del ‘900, quasi a renderlo più vicino al pubblico contemporaneo. Sarebbe stato un azzardo ambientarlo ai giorni nostri? «Con questi anni ’30 si vuole restituire l’idea di una contemporaneità che non sia quella specifica di oggi, che forse poteva distrarre un po’ troppo lo spettatore. Oggi nei teatri inglesi giocano tantissimo sulla contemporaneità quando mettono in scena Shakespeare, trasformandolo quasi in attualità. Io l’ho sempre trovato un po’ disturbante» spiega Daniele Pecci, Amleto in scena, nonché regista dello spettacolo. «Quando ho pensato a questo Amleto ho pensato al secolo più vicino a noi, più legato alla nostra memoria storica, quella legata ai nostri genitori, ai nostri nonni, senza arrivare all’oggi, al telefono, all’iPad, che un po’ ci avrebbero disturbato». Dopotutto l’Amleto è una storia decisamente contemporanea, “il fingersi chi non si è” è un elemento più che mai attuale nella società odierna. Quanto c’è di vero nella tragedia scritta da Shakespeare? «Di contemporaneo c’è l’uomo, non per niente i classici sono tali, perché parlano dell’uomo e fin quando non diventeremo bionici queste opere parleranno di noi e delle nostre problematiche» racconta l’attrice Maddalena Crippa in scena nel ruolo di Gertrude, «poi noi siamo contemporanei, io sono una donna del 2017» ci dice scherzando. «Siamo contemporanei viventi» incalza Pecci.
Il pubblico valdostano sembra aver apprezzato lo spettacolo inserito nel programma della Saison Culturelle. Non sono mancati i commenti positivi e gli apprezzamenti alla fine dello spettacolo. Anche la critica è stata molto positiva. Visto il successo ottenuto, avete voglia di lanciarvi in un nuovo progetto insieme? «Magari! Se in futuro ci sarà la possibilità volentieri. Sono contento che il messaggio sia arrivato al pubblico, che la mia versione di Amleto abbia funzionato» commenta Pecci, per la prima volta in scena ad Aosta. «Non leggo mai le critiche, però quando me le raccontano non possono che farmi piacere» aggiunge Maddalena Crippa, attrice che il pubblico valdostano già conosce, ma per la prima volta in scena allo Splendor.
Dopo Amleto quali sono i vostri progetti? «Riprendo L’Allegra vedova – Café chantant, una riduzione della vedova allegra, in cui faccio sia Danila sia Anna e poi ho in programma di fare Riccardo II, facendo io Riccardo, con la regia di mio marito Peter Stein» anticipa Crippa. «Io ho dei progetti, ma sono meno radicati e non mi sento di esporli. Conto di approdare ad un progetto cinematografico o televisivo, anche se negli ultimi anni sto girando con degli spettacoli di teatro e spazio per televisione e cinema ne sto lasciando davvero poco» conclude Pecci.(cecilia lazzarotto)