Traffico rifiuti inerti: intercettazioni cassate, tutti assolti
Assolti «perché il fatto non sussiste». Si è risolta in una bolla di sapone l’inchiesta dei carabinieri del Reparto operativo e del Corpo forestale di Aosta – coordinata dalla DDA di Torino – legata a un presunto traffico di rifiuti inerti, nell’ambito della quale è stata contestata l’associazione per delinquere finalizzata al loro smaltimento illecito al costruttore Giuseppe Tropiano, all’ingegnere Serafino Pallù, al geometra e collaboratore di Tropiano, Pasquale Toscano, e agli imprenditori Roberto Guerrino Montrosset e Vincenzo e Rossella Furfaro. A pesare in maniera determinante sulla pronuncia del Tribunale di Aosta in composizione collegiale (presidente Massimo Scuffi e giudici a latere Paolo De Paola e Maurizio D’Abrusco), tanto da spingere lo stesso sostituto procuratore Luca Ceccanti a chiedere l’assoluzione di tutti gli imputati, è stata – inultile nasconderlo – l’inammissibilità delle intercettazioni telefoniche disposta dallo stesso collegio in accoglimento dell’eccezione sollevata da tutte le difese. Una decisione, quella assunta dal Tribunale di Aosta nell’udienza del 5 ottobre 2016, che di fatto ribaltò quella presa appena qualche mese prima dal gup distrettuale di Torino, che in sede di udienza preliminare decretò al contrario l’utilizzabilità delle intercettazioni telefoniche a fini probatori, anche se autorizzate per l’inchiesta ‘Tempus Venit’ sulle tentate estorsioni di stampo mafioso perpetrate – tra le altre – nell’ambito dei lavori di realizzazione del parcheggio pluripiano dell’ospedale Umberto Parini di Aosta.
La tesi accusatoria
Secondo quanto emerso nell’inchiesta, sviluppatasi – come detto – dalle intercettazioni legate al fascicolo ‘Tempus Venit’ sulle tentate estorsioni di matrice ‘ndranghetista perpetrate nel corso del 2011 a danno degli imprenditori aostani Giuseppe Tropiano e Luigi Monteleone, sarebbe stato realizzato un «ingiusto profitto» fino a un massimo di due milioni di euro attraverso l’illecito riversamento di 85 mila metri cubi di rifiuti inerti – provenienti dai cantieri del parcheggio pluripiano dell’ospedale Parini, della stazione di servizio Valpetroli di via Roma ad Aosta e di un fabbricato a Saint-Christophe – in siti «inidonei» tra cave, discariche non autorizzate e terreni di consorzi di bonifica presenti – tra gli altri – a Chambave, Fénis e Roisan. Condotte che – secondo l’accusa – sarebbero state poste in essere (anche) attraverso la falsificazione di documenti di trasporto di materiali provenienti – come anticipato – in particolare dagli scavi per la realizzazione del parcheggio pluripiano dell’ospedale. Dallo stesso fascicolo mosse i passi l’istruttoria della Divisione Polizia anticrimine della Questura di Aosta, che il 6 ottobre 2015 portò all’emissione dell’interdittiva antimafia nei confronti della ditta di trasporto e movimento terra Tra.Mo.Ter. di Saint-Christophe, società della famiglia Furfaro con cui la Edilsud di Giuseppe Tropiano aveva un contratto di servizio proprio per il trasporto di terra e rocce derivanti dal cantiere del parcheggio dell’ospedale Umberto Parini.
Le prime reazioni
«Ora spero che scriviate pure che sono stato assolto, sono passato come il peggiore delinquente in Valle d’Aosta», ha commentato Vincenzo Furfaro all’uscita dall’aula. Dal canto loro, Silvano Rissio e Adriano Consol – legali di Giuseppe Tropiano e Pasquale Toscano – hanno affermato: «Abbiamo sempre detto che questo era un non processo, non c’era alcuna prova». Una volta fatto notare che in sede di udienza preliminare a Torino, il gup distrettuale aveva però ammesso l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche ai fini della valutazione delle presunte condotte illecite, l’avvocato Rissio ha replicato: «Anche se ci fossero state le intercettazioni, il reato associativo non sarebbe stato comunque provato, le statistiche a livello nazionale sono impietose a riguardo. Detto ciò, dopo tre assoluzioni e due archiviazioni nei confronti di Giuseppe Tropiano, spero veramente che possa essere messa la parola fine a questi tentativi di distruggere una ditta (la Edilsud, tra l’altro sottoposta di recente ad amministrazione giudiziaria dal Tribunale di Aosta, ndr) verso la quale nessuno ha mai avanzato lamentele sulla qualità dei suoi lavori».
(pa.ba.)