La decadenza della classe dirigente
Se il giornalista e scrittore Sergio Rizzo lo venisse a sapere, scriverebbe subito l’appendice del suo “La Repubblica dei brocchi – Il declino della classe dirigente italiana”. Già, perché quanto partorito dalla II Commissione regionale in merito alle audizioni di politici e ex manager del Casinò potrebbe tranquillamente trasformarsi in materiale per l’ennesimo libro che fotografa la decadenza della classe dirigente, nel nostro caso valdostana. La politica prima ha messo sotto contratto con fior di soldoni i vari Trentaz, Giovannini, Conca e Frigerio; nel tempo, gli ha dato il benservito e adesso li chiama in Commissione per chiedere cosa è successo e cosa si può fare per uscire dalla crisi. Per sentirsi dire, poi, che «la politica ha condizionato le scelte, dalle assunzioni (troppe) fino alle decisioni». Bella scoperta dell’acqua calda, davvero. Domanda: ci voleva così tanto tempo per rendersene conto? Ma se lo sanno anche i muri che al Casinò non c’è stata assunzione o azione senza la volontà della politica. E che nessuno, tra chi ha avuto anche un minimo ruolo in passato in una qualsiasi maggioranza, si senta escluso. Che le forze politiche abbiano il coraggio di indire un Consiglio straordinario sul Casinò e di comunicare apertamente, senza tergiversamenti preelettorali, qual è la loro proposta. Assumendosi la responsabilità del risultato. Altrimenti daranno ragione a Rizzo e ai cittadini, i quali da chi li governano pretendono – a ragione – fatti, non parole e litigi.