Rimborsopoli VdA: «Gruppo UV acquistava intera tiratura del Peuple per finanziarlo»
«Una palese consapevolezza di alti profili di criticità che non potevano essere ignorati». E che invece sarebbero stati evidentemente ignorati.Così – in estrema sintesi – il procuratore regionale della Corte dei Conti, Roberto Rizzi, ha definito la condotta del capogruppo dell’Union Valdôtaine nella XIII legislatura, Diego Empereur, nell’ambito del giudizio di responsabilità andato in scena questa mattina davanti al collegio della Sezione giurisdizionale.Ad Empereur – nei cui confronti l’accusa ha rilevato in prima battuta il «dolo», chiedendo in subordine la condanna «comunque per una enorme colpa grave» – viene contestato un danno erariale di 657 mila euro in relazione al presunto utilizzo illegittimo tra il 2009 e il primo semestre del 2013 di fondi pubblici destinati all’allora gruppo del Leone rampante in Consiglio Valle.La tesi della Procura contabile«Questo giudizio ha una particolarità rispetto a quelli già discussi (ovvero quelli già celebrati a carico degli allora capigruppo Francesco Salzone di Stella Alpina, Massimo Lattanzi del Pdl, Leonardo La Torre e Claudio Lavoyer di Fédération Autonomiste e di Carmela Fontana del Pd, ndr) – ha esordito il procuratore regionale -: in questo caso specifico i soldi del gruppo transitavano su un conto corrente del movimento politico, sul quale tra l’altro il capogruppo nemmeno aveva titolo a operare».In buona sostanza, salvo la quota di 262.908 euro riferita a spese per il personale, l’accusa ha contestato praticamente tutta la restante quota delle erogazioni accreditate dagli uffici della Presidenza del Consiglio Valle sul conto corrente in questione dal 2009 al 2012.«La Procura riconosce che molte spese erano sì riferite al gruppo, ma non coerenti con i suoi fini istituzionali», ammettendo in buona sostanza soltanto le uscite per il pagamento del personale, ma «al lordo degli oneri previdenziali», anche alla luce del fatto che il TFR per la dipendente del gruppo Giuliana Rosset – inquadrata con un contratto di assistente di studio legale – «avrebbe dovuto prevedere un accantonamento di circa mille euro anziché la cifra di 7/8 volte superiore che abbiamo riscontrato», ha spiegato il procuratore Rizzi.Per quanto concerne la posta di danno di gran lunga maggiore, vale a dire i 606.867 euro relativi al giornale ‘Le Peuple Valdôtain’, «il gruppo acquistava l’intera tiratura settimanale del giornale (10 mila copie)», attuando di fatto un «drenaggio di risorse dal gruppo al partito», nell’ambito di una pubblicazione «non edita dal gruppo», motivo per cui per l’accusa «non si ritrova una inerenza stretta, nonostante su Le Peuple si parlasse anche di vicende del gruppo».Passando alle spese di rappresentanza, articolate – tra gli altri – in svariate centinaia di buste di cioccolatini, panettoni e grolle di cioccolato accompagnati da bottiglie di vino, regalati a «personale del Consiglio regionale» ed elettori di riguardo per Natale, il procuratore Roberto Rizzi ha precisato: «Queste spese rientrano nell’ambito dell’intercettazione o del mantenimento del consenso. Tutto legittimo, se non fosse che questi regali dovevano essere finanziati con soldi del partito e non del gruppo».La replica della difesa«Il conto corrente di riferimento fu aperto nel 1985 dall’allora capogruppo dell’Union Valdôtaine, non è certo stato aperto da Diego Empereur, fermo restando che da allora è sempre e solo stato un conto corrente del gruppo», ha affermato il legale dell’ex capogruppo del Leone rampante in Consiglio Valle, l’avvocato Fabrizio Callà, che ha aggiunto: «Su quel conto le movimentazioni sono sempre avvenute tramite bonifici, è tutto tracciato, altro che insofferenza al controllo (citando un’espressione che il procuratore regionale Rizzi aveva utilizzato in un precedente analogo giudizio, ndr). Tutte le spese sono state effettuate tramite home banking dalla dipendente Giuliana Rosset, il suo compito era quello di pagare le spese che le riferiva il capogruppo. Dov’è il travaso di soldi dal gruppo al movimento?».Per quanto attiene alla «partita importante» nell’ambito della contesa, ovvero le spese per il giornale ‘Le Peuple Valdôtain’, l’avvocato Callà – premettendo che «tutti i pagamenti sono stati fatti con fattura» – ha spiegato che «non siamo in presenza di un acquisto di copie, bensì di una fornitura, con tanto di distribuzione del giornale ai tesserati al fine di divulgare l’attività del gruppo consiliare», che – unitamente al movimento, «non potendolo fare in proprio» – «ha editato il giornale per il tramite della società» Nouvelle Editrice Le Peuple Srl.Chiudendo con le spese di rappresentanza, la difesa ha sottolineato come «nel rendiconto c’era la categoria ‘spese di rappresentanza e varie’», sostenendo quindi che «è su quel ‘varie’ che bisogna pure soffermarsi, una definizione forse anche un po’ equivoca che fa venire meno l’elemento soggettivo». Il collegio della Sezione giurisdizionale si è riservato la decisione, che verrà resa nota nelle prossime settimane.L’ultimo giudizio ancora pendente in Corte dei Conti sul presunto utilizzo illegittimo di fondi pubblici da parte dei gruppi in Consiglio Valle nella XIII legislatura, rimane quello a carico degli allora capigruppo di Alpe, Roberto Louvin e Patrizia Morelli, a cui la Procura contabile contesta un danno erariale di 121 mila euro. Saranno chiamati a giudizio nelle prossime settimane.(pa.ba.)