Casinò, Frigerio: la politica non ha il coraggio di affrontare il problema
Una presenza pressante della politica ai troppi dipendenti, dai piani di rilancio alla soluzione choc dell’ex direttore del Casinò, Pietro Conca, il quale per uscire dalla crisi, la casa da gioco dovrebbe optare per il concordato preventivo.
Forse quella di oggi è stata l’audizione che ha aperto gli orizzonti ai consiglieri regionali, anche su questioni che ormai sembravano assodate, eppure parlando con diversi componenti la II Commissione è emerso che sulla Casa da Gioco c’erano dei tasselli che mancavano. Per esempio, sui piani di rilancio nessuno si accolla la paternità (e su quest’ultimo caso uno si chiede dove sono stati questi signori finora).
Questioni trite e ritrite insomma, eppure sembrava che nessuno sapesse niente finora. Più tecnica la relazione di Luciano Natta ex manager del Casinò, dettagliata e con delle proposte forti quella di Pietro Conca (direttore della Casa da Gioco dal 1983 al 1988) che ha ipotizzato un concordato preventivo, che non è una dichiarazione di fallimento, ma prevede la presenza di un giudice affiancato da un commissario.
Poi “lo show” incentrato tutto sull’ex amministratore unico della Casa da Gioco, Luca Frigerio, lo stesso a cui è stato dato il ben servito dalla politica (all’epoca l’ingresso del Pd sinistra VdA in maggioranza e nel primo punto del programma dell’allargamento di maggioranza veniva messo nero su bianco proprio la testa di Frigerio) e che oggi è entrato in II Commissione chiamato dalla stessa politica che lo aveva mandato a casa e che dà il suo parere sulla situazione.
Frigerio: privatizzazione o riorganizzazione e situazione peggiorata
“Ci sono due soluzioni la privatizzazione o la riorganizzazione dell’azienda, le due cose non possono convergere”. A chi gli chiede se gli è stata ventilata l’ipotesi di un suo rientro mette subito in chiaro: “Sono venuto qui perché chiamato e ho ricevuto manifestazioni di stima da molti, anche da chi fino a quando ero a Saint-Vincent si poneva in maniera diversa nei miei confronti. Posso dare dei suggerimenti, anche perché sono legato a questa regione, ma mi piace la mia nuova vita”. E poi afferma: “Sono tornato oggi e trovo un’azienda peggiorata. È stata fatta una battaglia sulle persone a discapito dei progetti”. E poi la sferzata alla politica: “Spero veramente che tutto questo serva per rilanciare il casinò e non per questioni politiche”; e rivendica le disdette: “io avevo dato le disdette ai contratti e in un giorno i bilanci erano a posto, si è voluto cambiare perché a 360 gradi politicamente non si ha il coraggio di affrontare il problema, così i piani sono saltati. Si può pensare di far crescere i fatturati, cosa che tra il 2014 e il 2015 è avvenuta, ma di certo non si può pretendere di tornare indietro di 10 anni solo per non affrontare il vero problema”.
La Torre: decisioni influenzate dalla politica
Per il presidente della II Commissione Leonardo La Torre: “Oggi siamo stati travolti da una serie di informazioni. Nell’audizione è anche emersa come molte decisioni venissero influenzate dalla politica, quindi è il caso che si prendano decisioni in tempi brevi. I piani di sviluppo non si sono mai avverati, incongruenze sulle cifre per quanto concerne le ristrutturazioni. E’ chiaro che tutte le forze politiche faranno delle riflessioni accurate su questa situazione”.
Situazione che pare sorprendere tanto la politica, quando è proprio la politica ad aver preso determinate decisioni, questa è anche una stranezza.
(in foto: Luca Frigerio al termine dell’audizione)
(Teresa Marchese)