Alpe: Alexis Vallet: «modello di gestione politica al tracollo»
«Abbiamo perso un anno. L’autonomia è sotto scacco, lasciata in mano a Roma e il modello attuale di gestione politica è al tracollo: in Regione non c’è più un progetto comune». A sostenerlo il presidente di Alpe Alexis Vallet nella conferenza stampa di fine anno. «Il 2016 è un anno che lascia l’amaro in bocca – ha proseguito – perché di fatto la politica ha abdicato al suo ruolo, lasciando il posto alla mera amministrazione che tante volte ci porta dalla parte sbagliata». Per il 2017 Vallet intravvede «aria di cambiamento, si vedono i segni, come le aperture su quelli che sono stati i temi fondanti di Alpe cehe cercherà di trasformare i malumori in un progetto che possa ridare speranza alla Valle d’Aosta». Per il presidente «se la politica fosse lineare bisognerebbe sciogliere subito il Consiglio e andare a elezioni, ma purtroppo la politica va a zig-zag».
Chatrian, rilanciamo la preferenza unica
Citando l’esigenza di rivedere la legge elettorale regionale, evocata dal presidente della Regione Augusto Rollandin, il capogruppo in Consiglio Valle Albert Chatrian rilancia la necessità nella sua revisione di stabilire la preferenza unica «perché i valdostani hanno il diritto di scegliere gli eletti senza che il loro voto sia controllabile». Torna sulla vicenda casinò in profondo rosso da cinque anni «per la cui mala gestione chi ha fatto scelte sbagliate deve pagare». Alludendo al contenzioso da 40 milioni di euro con Trenitalia, denuncia: «il fatto era stato negato in aula consiliare perché il metodo è sempre di nascondere e omettere». A demnciare le continue menzogne anche la consigliera Chantal Certan per la quale «il governo è un mentitore seriale, la giunta è senza bussola e cerca solo di sopravvivere». Ha scandito: «non saremo né complici né stampelle dell’esecutivo e continueremo a lavorare la schiena dritta». Il consigliere Fabrizio Roscio spera che «dalla debolezza del governo nasca un progetto nuovo per la regione».
Fedi, azzerare il Consiglio comunale
Al voto subito ci andrebbe il consigliere comunale del Galletto Gianpaolo Fedi perché la «maggioranza è sgangherata con pochi punti in comune se non la voglia di potere, il sindaco non è all’altezza, gli assessori sono improbabili e la vicesindaca inesistente e la giunta sul bando anziani ha dato il peggio di sé, preoccupandosi più dell’aggiudicatario che della qualità dei servizi. Per ridare dignità all’ente comunale se ne dovrebbero andare a casa». Giudica positiva l’approvazione del regolamento contro il gioco d’azzardo anche se «lo avrenno voluto più forte e pungente». «Il nostro gruppo – ha sostenuto – ha come linea conduttrice il buon senso. Senza lasciarsi andare a voli pindarici lavora affinché siano dati ai cittadini i servizi, anche se piccoli, di cui hanno bisogno». Denuncia: «i richiedenti asilo vagano per la città e il Comune non ha messo insieme un mezzo progetto per favorire l’integrazione». Stgmatizza «l’improvvisazione nel settore turistico. Sono riusciti a fere confusione persino per il Marché Vert Noël»; «la disattenzione verso la vivibilità: ne testomiano le strade che sono un colabrodo, il verde pubblico che versa in condizioni indecenti e le strutture ricreative per l’infanzia al degrado».(foto: da sinistra: Carmen Jacquemet, Gianpaolo Fedi, Alexis Vallet, Albert Chatrian, Chantal Certan e Fabrizio Roscio)(danila chenal)