Morte Pisier: «Responsabilità in capo a soggetti non chiamati a processo»
Secondo la perizia tecnica affidata all’ingegner Bray e al geologo Genovese, l’unica soluzione in grado di risolvere con certezza il problema sarebbe stato «il prolungamento della galleria paramassi, già esistente in un tratto della SS 26», sottolineando altresì «l’inadeguatezza di soli interventi di disgaggio (…) rispetto alla soluzione di prolungare la galleria paramassi».Motivo per cui – secondo il gup del Tribunale di Aosta, Davide Paladino – «appare evidente che la decisione di un tale intervento esulasse dalla sfera di competenza dei soggetti che sono stati chiamati a rispondere nel presente giudizio», ovvero il sindaco di Courmayeur, Fabrizia Derriard (difesa dall’avvocato Carola Flick), il suo predecessore Romano Blua (difeso dall’avvocato Corrado Bellora), il coordinatore regionale del Dipartimento difesa del suolo e risorse idriche Raffaele Rocco (difeso dall’avvocato Claudio Maione) e i funzionari Anas, Ludovico Carrano (difeso dall’avvocato Manuela Ghillino) e Mauro Noce (difeso dall’avvocato Corrado Bellora), tutti assolti dall’accusa di concorso in omicidio colposo «per non aver commesso il fatto».Già, perché sempre secondo il gup del Tribunale di Aosta – che ha depositato le motivazioni della sentenza del processo con rito abbreviato del 2 dicembre scorso – il prolungamento della galleria paramassi era «di spettanza Anas, soggetto proprietario della strada ove avvenne il fatto», esulando pure dalla responsabilità dei due capi nucleo dell’Anas stessa, Ludovico Carrano e Mauro Noce, «pacificamente sprovvisti dei necessari poteri deliberativi in merito alla realizzazione di opere di tal fatta», scrive il giudice Davide Paladino.Che conclude: «Deve, pertanto, ritenersi che la responsabilità per il tragico evento (…) non possa che essere ascritto a soggetti non evocati nel presente giudizio».I termini della vicendaCome anticipato, i cinque imputati erano accusati di concorso in omicidio colposo in relazione alla morte di Jean-Pierre Pisier, il manager francese di 42 anni colpito da un masso la sera del 2 gennaio del 2011, mentre a bordo della sua Renault Espace stava imboccando – in direzione del Traforo del Monte Bianco – la galleria paramassi di La Saxe, sulla strada statale 26 a Courmayeur.Secondo l’accusa – che aveva chiesto pene massime di quattro mesi di reclusione – ci sarebbe stata «inerzia da parte delle autorità competenti nella messa in sicurezza della parete a monte di quel tratto di strada statale».E ancora: «Le segnalazioni di eventi franosi erano iniziate nel 1991 e si sono susseguite fino al 2000, quando erano state posate delle reti a protezione della sede stradale. Che però non sono risultate idonee a trattenere la caduta del masso sulla carreggiata».Nella foto la Renault Espace guidata da Jean-Claude Pisier, la cui famiglia è già stata risarcita dalle diverse compagnie assicurative coinvolte. Insieme a lui, quel maledetto 2 gennaio 2011, viaggiava anche la compagna, rimasta ferita in modo non grave.(pa.ba.)