Gioco d’azzardo: ok al regolamento tra proteste e mancati voti
Arriva il definitivo via libera (con 26 favorevoli e l’uscita dall’aula di Nicola Prettico – dipendente del Casinò – e la mancata presenza dell’assessore al Bilancio Carlo Marzi, la cui assenza viene stigmatizzata da colleghi di maggioranza – vedi Caminiti e Paron su tutti – e dall’opposizione, anche se il diretto interessato ribatte: «Ero negli uffici per risolvere una situazione urgente, avevo chiesto di essere chiamato, ma quando sono arrivato era ormai tardi») per il regolamento comunale per la limitazione del gioco d’azzardo nel Comune di Aosta. Dopo circa un anno di lavori, con una bozza pronta sei mesi fa, ma osteggiata da «pressioni e minacce» (come ricordando Andrea Manfrin e Paolo Fedi) arriva a compimento lo strumento pensato per combattere la ludopatia e quella che, per andare con Carola Carpinello, «sta diventando una vera e propria emergenza sociale».
Le reazioni
«Siamo arrivati alla fine di un lavoro che ci ha visti impegnati tutti, con lo stesso obiettivo e con sensibilità diverse – spiega il presidente della terza Commissione Vincenzo Caminiti -. Non è possibile che lo stato porti avanti e spinga le cause della ludopatia, visto che il compito delle istituzioni sarebbe quello di aiutare le persone, non spingerle verso il baratro. Uno Stato scellerato ha fatto sì che siano cambiati gli utenti attirando pensionati, ragazzi e disoccupati, per un costo di recupero a persona di 300 mila euro. E’ un primo passo, ma per ridurre gioco d’azzardo bisogna ridurre presenza dei giochi, senza mettere in ginocchio locali slot».
Lo definisce un «momento di orgoglio» il consigliere della Lega Nord Andrea Manfrin, che ricorda come «siano stati mesi lunghi e di lavoro intenso, ottenendo qualcosa di tangibile, pur con compromessi al ribasso. Il prossimo passo sarà quello di seguire la scia di Bergamo, per dire no in orari specifici a tutto il gioco d’azzardo». Manfrin ricorda gli aspetti positivi, dalla separazione aree di gioco, al divieto di installazione fuori dai locali e in immobili comunali, passando per il limite di orario (minore rispetto alla richiesta, con sei ore giornaliere, contro le 11 richieste), fino ad arrivare agli incentivi per la rimozione delle macchinette e al divieto di promozione. «Purtroppo scompaiono importanti aspetti come la parte riguardante l’urbanistica, la cancellazione dei distributori di gratta e vinci e l’allargamento della forbice oraria, pur con l’impegno a ridurla». Manfrin solleva anche delle ombre: «Ci sono state pressioni forti e un incredibile scaricabarile: chi non è d’accordo con il regolamento lo dica in questo momento».
Luca Lotto ha parlato di un Movimento 5 Stelle «per una città slot free, che tuteli i più deboli. Avremmo voluto un regolamento di una riga che cancellasse la possibilità per la gente di rovinarsi con pochi euro. E’ un punto di partenza, sperando che le limitazioni aumentino, la politica deve stare con i più deboli».
Sulla stessa lunghezza d’onda Etienne Andrione (Gruppo misto minoranza): «Votiamo contro pesantissime interferenze, contro chi ha minacciato la maggioranza di non ottenere più voti. Speriamo sia solo il primo passo». Mentre Carola Carpinello (Altra VdA) invita a «non abbassare la guardia», Luca Girasole (Stella Alpina) ammonisce che «come tutti i regolamenti non sarà scevro da lamentele e ricorsi – spiega -. Non convince il voler accomunare le attività normali con macchinette ai locali ad hoc, che negli anni hanno effettuato ingenti investimenti. Il regolamento lambisce la sottile linea tra giusta difesa dei diritti di alcuni cittadini e la lesione dei diritti di altri. Lavoreremo per eventuali miglioramenti». Giampaolo Fedi (Alpe) chiede al sindaco di «farsi portavoce verso il Celva per far diffondere il regolamento in altri comuni», mentre Diego Verducci (PD) ricorda come «ci saranno poteri forti che limiteranno l’applicazione, ma la politica è tutta contro il gioco d’azzardo».
Le proteste
In aula erano presenti anche una trentina di dipendenti e rappresentanti del mondo delle attività interessate dal regolamento. L’approvazione, ovviamente, non è stata accolta di buon grado, con dimostrazione di contrarietà e anche qualche frase detta non proprio tra i denti: «Siete incoerenti, d’ora in poi documenteremo i consiglieri che propongono questa roba qua, poi vengono a giocare nei nostri locali e addirittura nelle bische».
(alessandro bianchet)