Casinò, Perron: fiducia a management, ma serve riflesione
Niente 48 milioni 600 mila euro al Casinò, almeno per ora, una vittoria della minoranza consiliare e di parte della maggioranza (Uvp, Sa e Pnv) che l’hanno chiesto a gran voce. Il motivo potrebbe essere sintetizzato così: in quel piano presentato dai manager non c’è una visione strategica delle azioni che si intendono mettere in campo, ergo basta soldi pubblici (per ora) in quello che ormai sembra sempre di più un pozzo senza fondo. Servono idee, non basta operare solo sul contenimento del costo del personale.Per l’assessore al Bilancio, Ego Perron la decisione di congelare i 48 milioni 600 mila euro è dovuta al fatto di avere bisogno di più tempo. «Ci siamo presi un po’ di tempo perché era emersa la necessità di fare un approfondimento, in modo da avere una fotografia chiara della situazione e credo sia necessario mettere tutti i consiglieri nella condizione serena di poter prendere con convinzione e con giusta serenità, senza fraintendimenti, un provvedimento di questo genere. Sotto il nostro punto di vista, questo provvedimento aveva una sua logica, in tempi ragionevolmente brevi dovremmo ritornarci. La strada che abbiamo proposto è quella di fare un ragionamento a sé, fuori dalla finanziaria. Dopo che avremo fatto questa panoramica e si ricostruirà tutto con estrema precisione, si dovrà fare una scelta». Comunque i 48 milioni 600 mila euro per il Casinò al momento restano congelati. «I 20 milioni di euro (e cioè il mutuo che veniva condonato) facevano riferimento al 2018 e i 28 milioni 600 mila euro al momento sono congelati, non sono quindi risorse nuove che vengono rese disponibili nel bilancio, ma congelati in attesa di un nuovo ragionamento», ancora Perron.Per l’assessore una soluzione per il Casinò bisogna trovarla. «In primis occorre avere un quadro della situazione a 360 gradi, questo significa che è necessario fare un ragionamento sulla dirigenza, sul marketing, cioè sull’operatività della società. Dal punto di vista delle prospettive, non a caso, ho mantenuto l’ultimo comma, che permette alla Società di potersi guardare anche intorno (leggasi privatizzazione, ndr), mantenendo la proprietà pubblica, che è un bene nostro, bisogna ragionare su che cosa fare».Pungolato sul “dossier” presentato da Sommo e Scordato, rispettivamente amministratore unico e direttore dice: «È un documento di lavoro che stabilisce una crescita, è logico che si tratta di previsioni».Assessore, ma qual è la strategia?«Occorre una riflessione. La fiducia verso il management c’è, ma è chiaro che anche su questo occorre fare una riflessione».(Teresa Marchese)