Montagna: sviluppo sostenibile passa per rinnovabili, green economy
«La fotografia della montagna italiana, scattata dalla Fondazione Montagne Italia nel secondo Rapporto Montagne Italia, è tutt’altro che sbiadita. La montagna oggi, o meglio “le montagne” oggi, sono il laboratorio che anticipa dinamiche che interesseranno l’intero Paese fra pochi anni in termini di sviluppo sostenibile e di sperimentazione delle modalità con le quali coniughiamo un nuovo modello di crescita». Lo ha sostenuto il presidente dell’Unité des Communes Mont Emilius Giovanni Barocco intervenendo nel dibattito sul secondo Rapporto Montagne Italia 2016, a cura di Fondazione Montagne Italia, soggetto nato da Uncem e Federbim, che si è tenuto martedì 18 a Roma alla Camera dei deputati. Dal rapporto emerge il tendenziale invecchiamento della popolazione e la progressiva presenza di immigrati che si stanno sostituendo, anche nei cicli produttivi di rilevante importanza, alla manodopera locale: due fattori che dimostrano come Alpi e Appennino anticipino il cambiamento del Paese. Parlando di sviluppo sostenibile Barocco, componente del CdA della Fondazione Montagne Italia, ha aggiunto: «le nostre vallate montane siano anticipatrici e protagoniste di una nuova politica energetica che superi il fossile e che veda nelle energie rinnovabili e nella green economy, gli strumenti di uno sviluppo sostenibile della Montagna. Per la Valle d’Aosta sarà necessario porre una attenzione particolare al percorso legislativo della delega data al Governo per l’introduzione del pagamento di servizi ecosistemici ambientali». Ha concluso Barocco: «in base a questa norma, infatti, il Governo dovrà emanare un decreto che stabilisca il valore ecologico ambientale ecosistemico dell’utilizzo dei beni collettivi. Significa che acqua, suolo, stoccaggio della CO2, valore ecosistemico del bosco diventano risorse quantificabili. Questo valore, se effettivamente quantificato, dovrà essere reimpiegato per la tutela, la salvaguardia e la riproduzione dei nostri beni naturali che per secoli sono stati salvaguardati e difesi dalle nostre popolazioni».(d.c.)