Deval (Pd): clausola intesa nello parte integrante Statuto
Irene Deval, segretario del Pd-Gauche valdôtaine, ha dello Statuto un’idea proiettata nel futuro. Lo Statuto, per lei, è il disegno fatto con le parole della società futura, di come vogliamo domani la Valle d’Aosta. «Lo Statuto è fatto da idee, innanzitutto, da regole che stabiliscono come sarà la società del futuro. E’ chiaro che andrà razionalizzato rispetto alla riforma costituzionale che cambia profondamente la struttura dello Stato italiano».Certamente cambiando lo Statuto, anche a suo parere, bisogna mettere mano alla legge elettorale. Come? «La necessità primaria è quella di ridurre i costi della politica e quindi o riducendo il numero dei consiglieri o tagliando gli introiti. Tuttavia bisogna sempre ricordare che la rappresentatività è indispensabile».Irene Deval non esita ad entrare in alcuni temi caldi del momento politico attuale: «Ci sono cose mai attuate come, ad esempio, la zona franca. E’ questo il momento di prendere una decisione in qualche senso. Bisognerò definire come vanno utilizzate le risorse che la Valle d’Aosta ha, bisognerà trovare un modo razionale per indirizzare gli investimenti e aiutare l’economia a indirizzarsi non lasciandola a se stessa. Bisognerà tenere conto che gran parte dei fondi che potremo ottenere in futuro proviene dai cosiddetti fondi europei».E non si sottrae neppure al confronto sul tema scottante della centralizzazione del governo Renzi: «Credo che si debba prioritariamente fare in modo che la clausola dell’intesa diventi parte integrante dello Statuto in modo da renderla perenne. Questo si potrà fare anche in collaborazione con altre regioni a statuto speciale in modo da mettere il governo in posizione di ascolto. Bisognerà combattere la deriva delle macro-regioni, una scelta leghista e non del Pd. Quanto poi alla riduzione della podestà legislativa concorrente, che permette allo Stato di sovrapporsi alle scelte regionali la scelta potrebbe essere quella di far inserire delle clausole che premino le Regioni virtuose alle quali queste podestà siano restituite qualora dimostrino capacità. Infine, mi sembra essenziale che vengano definite nella nostra Carta le risorse delle quali gli enti locali possono godere sia in relazione allo Stato che alla Regione».E, sulla legge elettorale propone dei cambi, ma con giudizio: «Bisognerà trovare una mediazione tra l’eccesso di rappresentanza e il mono partitismo. La soluzione potrebbe stare nel definire le coalizioni prima delle elezioni in modo che sia chiaro con chi si sta e si evitino le necessità di cambiamenti in corsa. I rimescolamenti di questa legislatura sono un segnale chiaro che qualcosa non va».Infine, mette alquanto chiaramente alcuni punti fermi: «Noi siamo aperti alla discussione con tutti, ma non possiamo dimenticare che una maggioranza esiste. Possiamo accogliere tutto ciò che non vuole essere una scusa per non fare, per rimandare all’infinito perché la Corte Costituzionale non aspetterebbe e noi rischieremmo parecchio. E’ un’occasione eccezionale per noi e non si può certo ridurre tutto al problema del secondo mandato. I problemi sono più profondi si può condividere tutto, ma non il nulla».(bruno fracasso)