Bimbo morto La Thuile: Procura ricorre contro assoluzioni
La Procura della Repubblica di Aosta ha impugnato davanti alla Corte d’Appello di Torino le assoluzioni «per non avere commesso il fatto» dei due maestri di sci Pieryk Boche, 31 anni, e Fabrizio Grange, 24, finiti a processo per il concorso nell’omicidio colposo del piccolo Lorenzo Bacci, il bimbo milanese di 7 anni trovato privo di vita nel primo pomeriggio del 28 marzo 2015 nel comprensorio sciistico di La Thuile, incagliato tra le maglie di un paravalanghe.
Nel medesimo processo, svoltosi con rito abbreviato davanti al gup del Tribunale di Aosta, Maurizio D’Abrusco, il 29 gennaio scorso l’unica a essere condannata – a 12 mesi di reclusione (pena sospesa) e al pagamento di una provvisionale di 805 mila euro – fu la maestra di sci Chantal Ferraris, 26 anni, nei confronti della quale il giudice di primo grado nelle motivazioni scrisse: «La violazione dell’obbligo di vigilanza è macroscopica e l’evento non è conseguenza solo di un estemporaneo momento di disattenzione».
Già, perché secondo quanto ricostruito, il piccolo Lorenzo – una volta all’arrivo della gara di beneficenza Diamo una manche a Telefono Azzurro – si sarebbe allontanato a piedi insieme ad altri due suoi amichetti, prima di proseguire da solo nel bosco, per poi scivolare in una scarpata andando a incagliarsi tra le maglie di un paravalanghe, morendo soffocato.
Insomma, alla maestra di sci condannata fu contestata dal giudice la «macroscopica» violazione dell’obbligo di vigilanza, mentre nei confronti dei due imputati assolti – secondo il gup di Aosta – «non era esigibile alcuna forma di condotta idonea a impedire l’allontanamento di Lorenzo dalla zona di arrivo», trovandosi a monte e lungo la pista di gara.
Nella foto la zona nella quale ha trovato la morte il piccolo Lorenzo Bacci.
(pa.ba.)