Idroelettrico: Regione costretta a modificare delibera su moratoria
L’Assoidroelettrica, l’Associazione italiana dei produttori idroelettrici, ha impugnato davanti al Tribunale superiore delle acque pubbliche la deliberazione della Giunta regionale 1436 del 9 ottobre 2015 recante ‘Indirizzo agli uffici per una moratoria nell’esame delle domande di derivazione d’acqua a scopo idroelettrico, a integrazione delle disposizioni previste dal Piano regionale di tutela delle acque. Revoca della precedente deliberazione della Giunta regionale 1253/2012‘.
I punti cardine dell’impugnativa
Più nel dettaglio, i punti cardine dell’impugnativa tesa all’annullamento della delibera erano la limitazione generalizzata del rilascio di nuove concessioni di derivazione a uso idroelettrico e la durata della moratoria fino al 31.12.2017, le eccezioni che consentivano nuove domande di subconcessione presentate esclusivamente da comuni, associazioni di comuni e da società controllate dalla Regione (direttamente o tramite Finaosta) e l’impianto sanzionatorio con l’individuazione della portata massima da sanzionare anziché la portata media.
La posizione della Regione
In un simile contesto, l’amministrazione regionale – valutato poco opportuno costituirsi in giudizio per difendere la legittimità della deliberazione 1436/2015 per via delle difficoltà che avrebbe avuto nel difendersi dall’oggettiva disparità tra gli operatori economici del settore, con un ingiustificato atteggiamento di favore per gli enti locali pubblici a discapito dell’iniziativa privata – ha deciso di modificare la delibera, che mantiene la moratoria fino all’approvazione del nuovo Piano regionale di tutela delle acque, comunque non oltre il 31 dicembre 2016, confermando l’ampliamento del periodo di prelievo delle derivazioni esistenti utilizzate per altri scopi, in particolare per quelli irrigui, dando nel contempo ai consorzi di miglioramento fondiario la possibilità di attivare iniziative nel campo idroelettrico che possano essere remunerative.
Le modifiche introdotte, anche alla luce di alcuni rilievi pervenuti dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, permetteranno la riattivazione di impianti esistenti che non necessitano di nuove opere, dando la possibilità di derivare direttamente dagli organi di scarico (l’intenzione è di favorire gli interventi di potenziamento e di co-utilizzo delle acque dalle derivazioni esistenti anziché rilasciare nuove subconcessioni di derivazione a uso idroelettrico).
In definitiva, la delibera 1436 del 9 ottobre 2015 aveva una forte caratterizzazione volta alla tutela di comuni, associazioni di comuni e partecipate regionali, rendendo meno oppressivo l’impianto sanzionatorio.
Il ricorso presentato dall’Assoidroelettrica e i rilievi dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, profilandosi un contenzioso dall’esito incerto, hanno però spinto la Regione a modificarla.
(pa.ba.)