Unioni civili, in Consiglio comunale «approssimazione e superficialità inaccettabili»
Nonostante l’approvazione, con 14 voti a favore, 6 astensioni e 7 voti contrari, dell’Ordine del giorno presentato in Consiglio comunale ad Aosta da Alpe, Movimento 5 Stelle, L’Altra Valle d’Aosta, PD e Vincenzo Caminiti dell’UV che impegna i parlamentari valdostani a sostenere il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili, il dibattito scaturito nell’aula consiliare e soprattutto all’esterno, ha indotto le associazioni sensibili al tema a intervenire.
Arcigay VdA, Dora Donne in Valle d’Aosta e La Valeur d’Aimer hanno segnalato in un comunicato congiunto come «benché l’ordine del giorno sia stato approvato, la sensibilità politica e culturale verso temi fondanti del vivere civile e del rispetto reciproco debba tenere conto delle istanze di una società in evoluzione, delle cosiddette “nuove normalità”, e delle forme di famiglia che, sebbene divergano da quella eterosessuale con figli, hanno il diritto di essere degnamente contemplate per quanto attiene al godimento dei diritti fondamentali dell’essere umano».
Le associazioni evidenziano come nel corso del dibattito sia i rappresentanti della maggioranza, sia quelli dell’opposizione abbiano confuso la “stepchild adoption”, cioè il fatto che uno dei partner possa adottare il figlio naturale dell’altro, con l’adozione tout court, «la consigliera Spelgatti della Lega Nord ha insinuato che la legge in esame automaticamente darà via libera al cosiddetto “utero in affitto”. Tale presunto automatismo si basa su un ragionamento fallace – si legge nel comunicato stampa – e volto a creare allarmismi nell’opinione pubblica che, al contrario va correttamente informata su ciò che si profila come un semplice adeguamento alle normative adottate dalla stragrande maggioranza dei paesi europei».
«Non si può accettare che temi di tale importanza per la vita pubblica siano trattati con tale approssimazione e superficialità – aggiungono le associazioni, ricordando – a coloro che prevedono pericolosi aggravi sull’erario, conseguenti all’inserimento delle pensioni di reversibilità per le coppie di fatto, che gay, lesbiche, transessuali, bisessuali e eterosessuali conviventi sono cittadini che, come tutti, pagano le tasse e che, di conseguenza, hanno il diritto costituzionale di godere degli stessi diritti di tutti gli altri cittadini, senza distinzione».
(re.newsvda.it)