Esclusivo, parla Giuseppe Nirta: «Ma quale ‘ndrangheta! Ecco tutta la verità sul mio conto»
«Cosa farò ora nella vita? Cosa vuole che faccia, tornerò a fare quello che ho sempre fatto da 40 anni a questa parte, l’artigiano decoratore. Certo, non sarà facile, i tempi sono quello che sono, ma sono pronto a rimboccarmi le maniche, come ho sempre fatto, checché ne dicano i giudici. Ho 63 anni, sono troppo giovane per andare in pensione».
Così Giuseppe Nirta, uscito dalla casa circondariale di Bologna – «per fine pena» – il 12 dicembre 2014, dopo aver scontato la condanna a 7 anni e 8 mesi di reclusione per traffico di sostanze stupefacenti.
Un nome, quello di Giuseppe Nirta, tornato a riecheggiare con prepotenza nei giorni scorsi in Valle d’Aosta, dopo che in Consiglio regionale un’interpellanza del gruppo Alpe chiedeva lumi circa la destinazione dei beni legati alla prima maxi confisca operata in Valle su immobili e terreni riconducibili ad attività illecite della criminalità organizzata.
In riferimento alla recente pronuncia dei giudici di Cassazione, Nirta annuncia: «Una volta lette le motivazioni con i miei legali, mi riservo di ricorrere alla Corte europea per i diritti dell’uomo a Strasburgo. Ma quale ‘ndrangheta, ma quali cosche! Non sono mai stato imputato per associazione di tipo mafioso né tantomeno condannato per associazione per delinquere, ecco tutta la verità sul mio conto».
L’intera intervista a Giuseppe Nirta sul numero di Gazzetta Matin in edicola lunedì 13 aprile 2015.
(pa.ba.)