Maxi confisca dei beni Nirta: ai comuni di Aosta, Charvensod e Quart la decisione su come impiegarli
Saranno affidati ai comuni di Aosta, Charvensod e Quart, previo parere favorevole entro 90 giorni dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni confiscati, che potranno amministrarli direttamente oppure assegnarli in concessione – anche gratuita – ad associazioni o comunità operanti nel sociale sul territorio, i beni legati alla prima confisca operata in Valle d’Aosta su immobili e terreni legati ad attività illecite della criminalità organizzata.
A riferirlo è stato il presidente della Regione, Augusto Rollandin, in risposta – questa mattina in Consiglio Valle – a un’interpellanza presentata dal gruppo Alpe.
Più nel dettaglio, con i giudici della Corte di Cassazione che hanno confermato la sentenza d’Appello pronunciata poco più di un anno fa dal Tribunale per le misure di prevenzione di Torino, è divenuto definitivo il provvedimento di confisca di 933.000 franchi investiti in due conti correnti in Svizzera e di diversi beni immobili – tra terreni, autorimesse e case – tra Quart, Charvensod e Aosta, tutti riconducibili a Giuseppe Nirta (FOTO), 63 anni di San Luca, ma residente a Quart, condannato a 7 anni e 8 mesi per traffico di sostanze stupefacenti.
Il sequestro dei beni riconducibili a Giuseppe Nirta fu disposto d’urgenza con decreto firmato il 5 gennaio 2013 dal presidente del Tribunale di Aosta, Massimo Scuffi, su richiesta dei pm della Procura di Torino, Alberto Perduca e Giuseppe Riccaboni, che ravvisarono una «accertata sproporzione tra i redditi dichiarati da Giuseppe Nirta, al limite della soglia di povertà secondo i parametri Istat, e l’ingente patrimonio riconducibile allo stesso».
(pa.ba.)