Scavi archeologici, dopo la scoperta del tumulo si continua a cercare
Il guerriero celtico non c’è più, così come il suo corredo funerario.
Tutto è stato asportato con la massima delicatezza e portato nei laboratori per le analisi del caso e per permettere operazioni di consolidamento di uno scheletro «estremamente delicato e fragile», come ha spiegato Gaetano De Gattis, responsabile della direzione restauro e valorizzazione ai giornalisti durante la visita guidata al cantiere di questa mattina.
C’è ancora il tumulo che non sarà rimosso, ma anzi, conservato e valorizzato in loco in modo da integrarsi con i futuri lavori di ampliamento dell’ospedale, che raccontato da chi ha effettuato le prime indagini diventa un luogo magico e ricco di fascino e non più un cumulo di pietre come appare ai non addetti ai lavori.
Il monumento risalente al 650 a.C., strettamente connesso al cerchio di pietre rinvenuto qualche tempo fa, è venuto alla luce durante gli scavi per la realizzazione di una rampa di cantiere, all’interno del tumulo la camera funeraria, inviolata, protetta da lastre di pietra, che ospitava lo scheletro di un guerriero celtico di 2.700 anni fa, piuttosto giovane, in buona salute (aveva ancora tutti i denti) e prestante (circa 175 centimetri di altezza). Accanto a lui una spada, completamente ossidata, una fibula, una spilla e un gancio che permetteva di allacciare il fodero alla gamba. Tutto il materiale purtroppo è stato asportato per le essere analizzato prima che i mezzi di informazione potessero documentarlo e mostrarlo alla popolazione.
L’area di indagine è piuttosto ampia, circa 5.000 metri quadri, e non è escluso che nella zona a Est ci possano essere altri tumuli, più piccoli (la vicinanza al cerchio di pietre testimonia l’onore reso al guerriero sepolto). La vicinanza con l’area megalitica di Saint-Martin de Corléans, inoltre, non esclude che le due aree sacre potessero essere collegate da un viale. «Conosciamo il 10% di quello che ci raccotnano i ritrovamenti commenta il Soprintendente ai beni culturali, Roberto Domanine poi è facile far lavorare la fantasia».
«L’indagine archeologica prosegue precisa Domaine -, i tempi non si conoscono perché gli scavi risentono molto delle condizioni climatiche, quello che possiamo dire è che i lavori di ampliamento dell’ospedale, ammesso che si faranno, non termineranno prima del 2022. Al termine effettueremo una relazione scientifica sui ritrovamenti dopodiché la decisione su cosa farne e sulla valorizzazione è una scelta politica».
In foto il tumulo con all’interno la camera funeraria che ospitava il guerriero celtico
(erika david)