Ferite a morte, quando il mostro è in casa
Una scenografia più che minimalista per lasciare spazio alle storie, tre attrici rigorosamente in scarpe rosse e un pubblico particolarmente rapito e colpito dalla cinica comicità di “Ferite a morte”, lo spettacolo scritto da Serena Dandini e portato in scena ad Aosta da Lella Costa, Orsetta De Rossi, Giorgia Cardaci e Rita Peluso, (quest’ultima non fisicamente presente, ma protagonista di una storia-video).
Le scarpe rosse sono, insieme alla violenza, sia essa verbale, fisica, psicologica, il fil rouge dello spettacolo: quelle scarpe rosse diventate ormai il simbolo della lotta al femminicidio. Le scarpe che gridano «Basta!». Basta alle giustificazioni che la società riesce sempre a trovare per le morti violente e i soprusi subiti dal genere femminile.
Tante storie, tutte diverse, senza distinzione di ceto sociale o di appartenenza geografica.
Lo spettacolo dà voce alle vittime, immaginandole finalmente libere, dopo la morte, di dare la loro versione dei fatti. Finalmente libere, per quanto anacronistico possa essere la morte che rende liberi. Libere di raccontare le storie che suonano come moniti per chi, ancora vivo, sta attraversando le stesse paure e gli stessi drammi.
Da nord a Sud, dal Veneto a Torino, donne prigioniere di relazioni malate e di uomini che non conoscono il vero significato della parola “amore”.
Lo spettacolo assume le connotazioni di una lettura-evento, dando voce all’immaginario racconto postumo delle vittime della violenza di genere; in Italia si parla ancora troppo poco di femminicidio, catalogandolo spesso come raptus, ma la cadenza sistematica di reati come la violenza domestica e l’omicidio per mano del partner, devono far riflettere istituzioni e società.
Spesso i delitti raccontati nello spettacolo sono tragedie annunciate, prevedibili: omicidi di donne da parte degli uomini che avrebbero dovute amarle e non considerarle come una proprietà privata di cui disporre a piacimento.
Il tono fra il cinico e il sarcastico, che accompagna tutto lo spettacolo, paradossalmente presenta picchi di comicità, evidenziando nel pubblico l’imbarazzo che un tema come quello del femminicidio può generare quando la battuta strappa una risata.
“Ferite a morte” replicherà, sempre al Teatro Splendor, questa sera, giovedì 5 marzo, alle 21. Biglietti a 24 euro platea (20 ridotto) e 18 euro galleria (15 euro).
(alessandra borre)