Lesioni a seguito di intervento chirurgico, il giudice pronuncia il «non doversi procedere» nei confronti di tre medici del Parini
«Non doversi procedere per mancanza di validità della querela». Si è chiuso con questa pronuncia, a cura del giudice monocratico del Tribunale di Aosta, Marco Tornatore, il processo per lesioni personali colpose che vedeva imputati il primario del reparto di Urologia dell’ospedale Umberto Parini di Aosta, Sandro Benvenuti, 54 anni, il suo «aiuto» Renato Bertolin, 59 anni, e l’anestesista Walter Enoh Oben, 51 anni, «perché quali componenti dell’équipe medica, in occasione dell’intervento chirurgico di asportazione di calcoli ai reni eseguito su (…), in violazione delle regole dell’arte medica, cagionavano al paziente lesioni personali consistenti in peritonite enterica e duplice perforazione dell’intestino, con conseguente necessità di ulteriore intervento d’urgenza», si legge nel capo di imputazione.
Secondo quanto emerso in aula, i tre legali difensori, gli avvocati Corrado Bellora, Corinne Margueret e Giovanni Borney del foro di Aosta, hanno immediatamente sollevato diverse eccezioni preliminari all’apertura dell’istruttoria dibattimentale, tra le quali la «tardività della presentazione della querela», depositata nel marzo 2014 per fatti avvenuti il 23 maggio 2013, e per «l’estrema genericità della procura speciale».
Il fascicolo per lesioni personali colpose era stato aperto contro ignoti dalla Procura della Repubblica di Aosta, che ne aveva poi chiesto l’archiviazione al gip del Tribunale di Aosta. La persona offesa, che non si è costituita parte civile nel procedimento penale essendo in corso un separato giudizio civile, si era opposto all’archiviazione, motivo per cui il gip ordinò alla Procura l’individuazione dei responsabili del presunto danno medico per la loro imputazione coatta dinanzi al giudice monocratico.
«Siamo soddisfatti che il giudice abbia giudicato meritevole di accoglimento la nostra prima eccezione sollevata – ha commentato al termine dell’udienza di questa mattina, l’avvocato Corrado Bellora di Aosta -. Detto ciò, è chiaro che saremmo stati in grado di affrontare le contestazioni anche nel merito, visto che i nostri assistiti sono assolutamente estranei ai fatti loro contestati».
(pa.ba.)