Ambiente: stop allo sfruttamento idroelettrico indiscriminato, Legambiente scrive al ministero
«Tutti i fiumi dellarco alpino, e in particolare i torrenti alpini, sono ormai sistematicamente captati a più riprese, lungo tutto il percorso, e quindi deprivati della maggior parte della propria acqua, con gravi danni ambientali e paesaggistici». Legambiente Valle d’Aosta dice stop ai prelievi indiscriminati e lo fa inviando al Ministero dell’Ambiente una lettera-esposto e aderendo all’appello nazionale per la salvaguardia dei corsi d’acqua dall’eccesso di sfruttamento idroelettrico.
Nella missiva al ministero romano gli ambientalisti valdostani denunciano il mancato rispetto da parte della Regione Valle d’Aosta della Direttiva europea sulle Acque in materia di Deflusso Minimo Vitale da rilasciare nei torrenti e di concessioni idroelettriche. Lo ha comunicato il vicepresidente dell’associazione Rosetta Bertolin nell’ambito della conferenza stampa di presentazione dell’appello contro lo sfruttamento idroelettrico, lanciato da varie associazioni nazionali a Roma il 28 ottobre, durante una Conferenza nella sala stampa di Montecitorio ai membri delle Commissioni Parlamentari competenti di Camera e Senato. A illustrare i contenuti Lucia Ruffato, presidente del Comitato bellunese Acqua bene comune. I promotori dell’iniziativa chiedono la sospensione del rilascio di nuove concessioni, la revisione degli strumenti di incentivo, l’apertura di un tavolo di confronto nazionale e permanente, l’analisi degli impatti cumulativi e il superamento del concetto di Deflusso Minimo Vitale.
Ricordando la scadenza della ‘moratoria Viérin’, con la quale nel 2012 l’assessore alle Opere pubbliche Marco Viérin aveva stoppato le richieste di concessione, il presidente di Legambiente Alessandra Piccioni ha espresso il timore «di una ripresa del saccheggio idroelettrico». A riassumere i dati Bertolin: sono 226 gli impianti in funzione sul territorio regionale, 286 le domande di nuove concessioni, 50 delle quali autorizzate e 68 in istruttoria.Ha ribadito Bertolin: «Nel 2015 temiamo possano avere una risposta positiva molte delle domande stoppate dalla mini-moratoria».
(foto: Lucia Ruffato, Alessandra Piccioni e Rosetta Bertolin)
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(danila chenal)