Grand Paradis: la Regione vuole indietro il primo acconto già liquidato alla Comunità montana per il recupero dell’ex Palazzo Cogne
«Centinaia di migliaia di euro spesi per… niente». Così Gazzetta Matin – sul numero in edicola ieri, lunedì primo settembre – ha titolato l’articolo in cui si dava conto della revoca da parte della Regione del finanziamento concesso nel 2010 alla Comunità montana Grand Paradis per la ristrutturazione dell’ex Palazzo Cogne di Villeneuve da destinare a nuova sede della comunità montana.
Una revoca dei 3.836.398 euro concessi a suo tempo nell’ambito del Fondo per speciali programmi di investimento (Fospi) che, così come riportato nel servizio di ieri, lunedì, ha in qualche modo beffato sia l’attuale dirigenza della Comunità montana (che si trova ora con una progettazione ormai completata di un’opera però irrealizzabile per mancanza di fondi) sia il Comune di Villeneuve (che in qualità di proprietario dell’edificio, tempo addietro aveva già provveduto alla realizzazione nei paraggi di un parcheggio pluripiano in previsione del trasferimento in zona della nuova sede della Comunità montana).
Un provvedimento di revoca del finanziamento a carico dell’amministrazione regionale, quello assunto all’unanimità nella riunione di Giunta di venerdì 29 agosto, motivato attraverso «il mutato contesto normativo, con la prevista soppressione delle Comunità montane (recentemente approvata dal Consiglio regionale nell’ambito della legge regionale 6 del 5 agosto 2014, ndr)» che «impone di rivalutare l’opportunità del finanziamento concesso alla Comunità montana Grand Paradis», si legge nella deliberazione licenziata dall’esecutivo regionale.
La novità introdotta dalla delibera recante ‘Revoca del finanziamento concesso, ai sensi della legge regionale 20 novembre 1995, numero 48, per il progetto numero 20 della Comunità montana Grand Paradis incluso nel programma triennale Fospi 2011/2013’ risiede però nel rinvio «a successivo provvedimento dirigenziale» delle operazioni di recupero delle somme già erogate dalla Regione alla Comunità montana per l’intervento, «al netto delle somme liquidate (260.029 euro, ndr) quale contributo sulle spese già sostenute dalla Comunità montana stessa per la progettazione globale», si legge ancora nella delibera.
Insomma, l’amministrazione regionale vuole indietro il primo acconto (già liquidato) dei 3.836.398 euro concessi, pari a 677.124 euro, «rilevato che l’Ente beneficiario, malgrado le richieste da parte dell’amministrazione regionale intese a richiamare il puntuale rispetto dei termini previsti per l’avvio dei lavori oggetto di finanziamento, non ha mai provveduto a bandire la gara d’appalto e conseguentemente non ha utilizzato il primo anticipo di 677.124 euro concesso dalla Regione per la realizzazione dei lavori approvati», risulta scritto nelle premesse della deliberazione di revoca del finanziamento Fospi.
(pa.ba.)