Turismo: a giugno gli stranieri tengono a galla la Valle d’Aosta
Gli stranieri puntellano la prima parte della stagione turistica estiva in Valle d’Aosta. I dati di giugno, infatti, parlano di un +16.47% di presenze hors-Italie (45.867) che diventa +25.74% si si prendono in considerazione gli arrivi (24.917). Il contingente maggiormente rappresentato è quello francese, con 10.031 unità, quasi il doppio degli inglesi (5.586, in calo del 5%), con gli svizzeri che si attestano a quota 4.196; segno negativo per spagnoli e russi. Il versante italiano, invece, presenta segni negativi: 39.558 arrivi contro i 43.349 del 2013 (-8.75%) e i 49.165 del 2012 (-19.54%); decisamente più lieve il calo sul fronte delle presenze: 93.731 contro 94.520, ovvero -0.83% rispetto a dodici mesi fa. Nel dettaglio replique montre, crescono arrivi e presenze dalla Liguria, tengono quelle dalla Lombardia, mentre è in crisi il flusso da Veneto, Toscana ed Emilia Romagna.
«Non ho ancora analizzato nel dettaglio i dati, ma non mi hanno sorpreso – spiega Alessandro Cavaliere, presidente dell’Associazione degli Valdostana Albergatori -: il grido d’allarme vero è per luglio. Anche se giugno è il mese che da sempre non ha numeri incredibili, il segnale che ci arriva in modo forte è comunque quello che il prodotto estivo Valle d’Aosta è degno di interesse e, come abbiamo fatto molto bene con la proposta invernale, adesso dobbiamo andare a venderlo con decisione sul mercato estero. A qualcuno sembrerà un’esagerazione, ma secondo me in estate, con i prodotti Alte-Basse Vie replica watches uk, aiutati dall’immagine un po’ mitologica che ha creato il Tor des Géants, possiamo proporre un’eccellenza che è ancora più importante di quella invernale». Diverso il discorso interno. «Purtroppo il mercato italiano non dipende solo da noi – ammette Alessandro Cavaliere -. Negli ultimi anni sono stati fatti sforzi importantissimi, non ultimo il Capodanno Rai, per dare alla Valle una visibilità sul territorio nazionale che in passato non ha mai avuto. Per raccogliere i frutti, però, bisogna aspettare che il paese esca dalla recessione economica ed è proprio per questo che dobbiamo puntare su quei mercati che ne sono già fuori o che hanno iniziato a uscirne».
(davide pellegrino)