Aosta, querelle UV e UVP sul bilancio del capoluogo
«Il bilancio di Aosta è sano e lo dimostrano i documenti contabili». I presidenti delle sezione dell’Union Valdôtaine di Aosta Franca Borre, Christian Diémoz, Carlo Francescia, Cristina Galassi, Pierino Nex ed Elisabetta Tubère rispondono al comunicato diffuso ieri dall’UVP in tema di sforamento del patto di stabilità e bilancio; «le casse comunali di Aosta sono ‘sane’ e ‘ben amministrate’ si sono sempre sbracciati a dire il sindaco Giordano e l’assessore alle Finanza Carlo Marzi; ma il comune, nel 2013, è stato l’unico ad aver sforato per intero il patto di stabilità, raggiungendo un importo stimato di 8 milioni di euro» – scrive l’UVP in una nota.
«Per chi pecca di ignoranza (nellaccezione letterale del termine, beninteso!) aggiungiamo che bilancio e patto di stabilità sono due cose ben diverse e, se le confondiamo, si intorbidisce il ragionamento soprattutto nei confronti dei cittadini (se poi si vuole deliberatamente inquinare i pozzi, allora non è più questione di ignoranza, ma di malafede).
Il bilancio del Comune di Aosta è sano (togliamo pure le virgolette!) e lo dimostrano i documenti contabili.
Il problema è che ci troviamo nella condizione di non poter spendere le nostre risorse a favore della comunità in ragione di un Patto di Stabilità che, nel nome del concorso al risanamento della finanza pubblica, ci obbliga ad accantonare più di 8.000.000,00 di euro su un bilancio di poco più di 60.000.000,00 di euro che è bloccato per il 90% da spese obbligatorie per legge o per obbligazioni contrattuali pregresse – scrivono i presidenti delle sei sezioni UV del capoluogo. Non riconoscere levidenza e la portata devastante di questo ulteriore dato di fatto (che prescinde dalla politica e dalla buona amministrazione perché è un mero calcolo matematico) – continuano i presidenti di sezione – significa negare levidenza una volta di più.
«Per lo sforamento del patto di stabilità Aosta sarebbe obbligata ad accantonare, come da comunicazione del presidente della Regione del 28 febbraio scorso, 8 milioni 453 mila 907 euro. Se la Regione, in analogia a quanto avviene a livello statale, decidesse di farsi restituire per intero l’importo sforato, il Comune rischierà di avere ovvi limiti di spesa. Da ciò nasce l’idea di chiedere alla Regione o ad altri comuni di farsi carico di parte della spesa» – scrive l’UVP. «Seppur vero che tutti i vincoli stanno mettendo in ginocchio i comuni, è altrettanto vero che tale ipotesi sarebbe irrispettosa di chi le regole della finanzia pubblica le rispetta sempre e fino in fondo. E la ratio di tutto ciò? Se chi fa i debiti viene salvato e chi è corretto venisse costretto a contribuire agli errori degli altri, qualcosa non funziona; non significa certo sovvertire i minimi criteri di solidarietà istituzionale o che i comuni debbano cominciare a non rispettare il patto di stabilità… Non sarebbe giusto, noi chiediamo semplicemente un comportamento giusto ed equo.
«A proposito di solidarietà che potrebbe, peraltro, da sola bastare a smentire i contenuti del documento UVP – è che il Comune di Aosta contribuisce sul totale del gettito IRPEF regionale in misura ben maggiore (30%) di quanto riceve a titolo di trasferimento (17,32%). Nonostante ciò, la Città di Aosta si fa carico di attrarre quotidianamente sul suo territorio, frazioni comprese, servizi e flussi di popolazione che vanno ben oltre quella residente. Chi nega questo dato di fatto, nega levidenza».
«Prendiamo infine atto che i responsabili UVP hanno anche il dono della preveggenza: già sanno che la gara per laffidamento dei centri ludico-sportivi appena bandita si concluderà con un servizio inefficiente e più costoso. Noi, che non abbiamo tutte queste doti, ma siamo abituati a guardare i risultati, siamo fiduciosi che i nuovi canali di partnership pubblico-privato possano produrre positivi risultati» – concludono i presidenti delle sezioni UV di Aosta.
Nella foto, la presidente della sezione Aoste Ville Elisabetta Tubère.
(cinzia timpano)