Teatro, Albanese conquista lo Splendor
Istrionico e pungente, provocatorio e leggero, sono tutti aggettivi che possono essere rivolti ad Antonio Albanese e al suo teatro che altro non è che il riflesso dei personaggi che l’artista ha reso famosi nel corso degli anni.
Ad Aosta Albanese ha portato i suoi personaggi più famosi: Alex Drastico, Perego, il ministro del male, il sommelier e anche Cetto Laqualunque portato alla ribalta dal cinema e dalla trasmissione di Fabio Fazio Che tempo che fa.
L’umanità dei personaggi diventa così il filo conduttore dello spettacolo, fra ironia e riflessione, come nel caso di Alex Drastico, stereotipo dell’immigrato meridionale che ha difficoltà a inserirsi al nord e che lascia spazio all’interpretazione del pubblico sui metodi e le spinte che l’hanno portato a Milano.
Antonio Albanese indaga gli stereotipi umani senza mai diventare banale o volgare, strizzando l’occhio a tutti i peccati contemporanei e alle macchie del popolo italiano, come con il politico poco trasparente che buona parte d’Italia ha eletto ad esempio nel corso di questi anni segnati dai vari scandali della politica: Cetto, che, come dice lo stesso Albanese, si è creato da solo, con un lavoro di documentazione svolto solcando l’Italia da Nord a Sud seguendo comizi di qualsiasi colore politico.
La forza di Antonio Albanese è però la passione per i dialetti, che l’artista riproduce fedelmente, e che caratterizzano i suoi personaggi “regionali” come l’imprenditore Perego, stereotipo della profonda e laboriosa Brianza.
Uno Splendor sold out per la prima serata che si ripeterà questa sera sempre alle 21, un pubblico caloroso e divertito che ha accolto l’artista nel migliore dei modi nel capoluogo valdostano e al quale Albanese ha voluto regalare, a luci accese e spettacolo finito, un’ultima piccola chicca, una piccola barzelletta “avuta in dono” da un signore di Bologna.
(alessandra borre)