Brigitte, sensualità e aggressività pop
Le Brigitte, duo francese a metà fra il folk, la dance, l’elettro pop e il cabaret, hano portato il passato nel futuro o, se preferite, il futuro nel passato: commistione di generi e di epoche che si affastellano l’una sull’altra.
Se Jacques Canetti, direttore artistico della Polydor nel dopoguerra, le avesse sentite cantare in un cabaret a Montmartre, le avrebbe subito scritturate: due donne in grado di fondere in un unico corpo la sensualità femminile e l’aggressività che le donne sanno dimostrare nei momenti clou, come nella loro canzone «La vengeance d’une louve» dove dietro tutta l’ipocrisia della gentilezza fra donne si celano messaggi di pestaggio e di linciaggio se «a quoi tu joues avec mon mec?».
Irrompono sulla scena, nel concerto allo Splendor di giovedì 5 dicembre, coperte da una mantella che cade ai loro piedi dopo la prima canzone, lasciandole di pailettes vestite, alla Dalida dei tempi più dance che mai di «Laissez-moi danser» e, come quest’ultima, la gestualità è quella dance degli anni 80, pur rimanendo nella formazione a duo da cabaret, la quale permette di giocare con la partner come se ci fosse uno specchio, ovvero eseguendo le stesse mosse o giocando sulla asimmetria.
Si definiscono discepole della Francia degli anni ’50, ma sfuggono ad ogni epoca adattandosi ad ogni periodo musicale: lo dimostrano le due eccellenti cover portate ad Aosta, ultima tappa della loro tourneé «Et vous…tu m’aimes?», ossia «The Bay» dei Metronomy e «Eye of the Tiger» dei Survivor, ispettivamente da collocare nel 2011 e nel 1982.
Uno Splendor nemmeno pieno a metà non rende giustizia a questo incredibile duo transalpino che non fa che confermare il perfetto stato di salute della musica francese che cresce e non ha paura di continuare a cantare nella lingua madre sfidando il monopolio dell’inglese nel settore della canzone.
(alessandra borre)