Follia in arena: Remigio Lillaz rimane in carcere, per lui niente arresti domiciliari
Il gip del Tribunale di Aosta, Maurizio D’Abrusco, ha deciso: Remigio Lillaz deve rimanere in carcere a Brissogne.
Al termine dell’interrogatorio di questa mattina, durato poco meno di 20 minuti, dalle 9.35 alle 9.53, in cui il giovane ha sostenuto che è stato stato il padre ad alzare per primo le mani, il gip ha accolto la richiesta di misura cautelare in carcere avanzata dal pm Luca Ceccanti, respingendo quella degli arresti domiciliari proposta dal difensore Gianfranco Sapia.
Il 29enne residente a Gignod, responsabile del pestaggio di suo padre avvenuto attorno alle 23 di sabato nel piazzale dell’arena della Croix Noire, è accusato di lesioni personali gravissime (le indagini stanno continuando anche per verificare la sussistenza di eventuali elementi – l’utilizzo o meno di una transenna per colpire il padre durante il pestaggio – che potrebbero configurare il tentato omicidio).
Le condizioni di Mario Lillaz, 54 anni di Quart, rimangono tuttora molto gravi: intubato e sedato nel reparto di Rianimazione, ha subito diversi gravi traumi toracici e maxillo-facciali.
Il giovane, una volta raccolti gli elementi di prova, era stato arrestato domenica mattina dagli uomini della Squadra mobile di Aosta direttamente in arena, dopo che non era stato trovato né nella sua abitazione di Gignod, né in ospedale ad assistere suo padre.
Nella foto l’arrivo di Remigio Lillaz questa mattina a palazzo di giustizia.
(pa.ba.)