Grand Paradis, Cogne alza le barricate: «Un azzardo chiudere la microcomunità. In poco tempo passeremmo da una disponibilità di 27 posti letto a zero»
«E’ chiaro che non possiamo ritenerci soddisfatti di quanto contenuto nella bozza inoltrataci dal Celva, se non altro perché al suo interno abbiamo ravvisato più di una carenza. La prima e la più importante? Il fatto che si sia tracciato un ipotetico quadro di riorganizzazione del settore socio-assistenziale senza tenere in debita considerazione le esigenze di alcuni territori di montagna. Basti pensare che Cogne, se mai dovesse passare l’ipotesi di chiusura della locale microcomunità, si troverebbe nel giro di poco tempo da una disponibilità di 27 posti letto a zero. Vi sembra possibile?».
Sono queste le prime parole espresse dal sindaco di Cogne, Franco Allera, nel corso del Consiglio dei sindaci della Comunità montana Grand Paradis, riunione andata in scena questa mattina per discutere – così come anticipato nell’ultimo numero di Gazzetta Matin – dell’ipotesi di chiusura nel corso del 2014 delle microcomunità di Arvier e Cogne, le due più piccole della Comunita montana, per questo inserite all’interno del piano di possibili chiusure contenuto all’interno della bozza di riorganizzazione del comparto su scala regionale, progetto elaborato dai tecnici del Celva.
Una riorganizzazione, quella su cui a turno tutte le comunità montane dovranno esprimersi, che avrà un obiettivo ben preciso: ridurre i costi di gestione e funzionamento delle strutture.
Ma se in merito alla chiusura della microcomunità di Arvier nessuno è sembrato scandalizzarsi, nemmeno il primo cittadino Mauro Lucianaz, conscio del momento di difficoltà attraversato dagli enti locali («Reputo ormai inutile farne una battaglia di campanile, meglio capire in che cosa potrebbe essere riconvertita un domani la struttura di proprietà comunale»), per quanto riguarda quella di Cogne la situazione è sembrata sin da subito diversa, vuoi per le peculiarità geografiche del paese del sindaco Allera, vuoi per la difficile congiuntura attraversata dal settore socio-assistenziale ai piedi del Gran Paradiso, che dopo la chiusura della casa famiglia privata di qualche mese fa, in caso di un altro forfait, questa volta della struttura pubblica, si troverebbe ad affrontare una seconda situazione di forte criticità nell’ambito della gestione dei servizi agli anziani sul territorio.
«Senza dimenticare che l’edificio che ospita attualmente la microcomunità, è stato recentemente sottoposto a interventi di adeguamento tecnico e messa a norma finanziati con soldi pubblici, che in caso di chiusura verrebbero del tutto vanificati – ha commentato il primo cittadino Franco Allera -. Se in più consideriamo che la struttura presenta un piano completamente inutilizzato, oltre a una cucina nuova di zecca e potenzialmente in grado di soddisfare esigenze ben maggiori da quelle attuali (per ottimizzare i costi, da quest’anno i pasti delle scuole sono preparati nella medesima cucina a servizio della microcomunità, ndr), perché non ipotizzare un possibile ampliamento dell’edificio anziché una sua chiusura definitiva?», è stata la suggestione posta nel corso della riunione, che si è chiusa con l’intenzione della Comunità montana Grand Paradis di fare sentire la propria voce in sede di discussione generale del progetto di riorganizzazione.
Insomma, «pur prendendo atto del documento del Celva, nell’auspicio che questo non sia già blindato, una maggiore attenzione andrebbe rivolta al territorio, soprattutto a quello delle valli laterali», ha sintetizzato il presidente della Comunità montana, Bruno Domaine.
Come dire, se per la micro di Arvier il destino sembra ormai segnato, per quella di Cogne l’intenzione – in primis del sindaco Franco Allera – è di vendere cara la pelle.
Nella foto, da destra a sinistra, Daniela Lale-Demoz, Franco Allera, Vittorio Anglesio, Fulvio Centoz e Roberta Quattrocchio, sindaci rispettivamente di St-Pierre, Cogne, Introd, Rhêmes-Notre-Dame e Villeneuve.
(patrick barmasse)