Funerali ragazzina morta di meningite, don Vittaz: «Una nuova vita rinascerà nel nome di Valérie»
«Perché Signore? Questa domanda me l’ero posta anni fa, quando la mia nipotina di 7 anni, scendendo dalla chiesa, era stata travolta da una moto. Pur consapevoli del fatto che non comprenderemo mai il mistero della vita, dobbiamo fare dei passi avanti e pensare piuttosto: grazie Signore, perché ce l’hai data». Sceglie la via personale, Don Elio Vittaz, per celebrare il funerale di Valérie Trione, la 13 enne di St-Christophe, portata via da una meningite sabato 20 luglio, dopo che le sue condizioni si erano aggravate a partire dalla giornata di mercoledì. Un paese intero, una folla, ha voluto dare l’ultimo saluto a Valérie, figlia di Christian ed Ernesta Léger (molto conosciuti in quanto proprietari della panetteria “Le Coin du Pain” di località Bret), che hanno affrontato l’ultimo viaggio della loro piccola a testa alta, abbracciati all’altro figlio Michele e circondati dall’affetto di una comunità che ha mandato avanti i compagni di scuola e di oratorio di Valérie per far sentire la propria vicinanza. Vicinanza espressa non solo dai tanti amici e conoscenti che si sono assiepati nella chiesa parrocchiale di St-Christophe, fuori dal sagrato e lungo la strada, ma anche dalle parole di Don Elio Vittaz, che ha dovuto affrontare una difficile prova nel suo esordio alla guida della Parrocchia. Dopo i canti dei tanti amici di Valérie e la lettura del testo “La figlia di Giairo” dal Vangelo di Marco (Mc 5, 35-43), che narra della figlia del capo della sinagoga, creduta morta e resuscitata da Gesù, don Vittaz ha preso la parola, ricordando come «bisogna stare tutti uniti nel dolore. Quando il dolore ci opprime abbiamo bisogno della parola di Gesù. I ragazzi, gli amici di Valérie, hanno espresso con i canti il loro cuore sofferente. Nel Vangelo si legge di una giornata tremenda per la piccola comunità che ha creduto morta la figlia del capo della Sinagoga – ha continuato il prete -. Ma anche la nostra comunità sta vivendo un momento drammatico, vive la la sofferenza e la disperazione di chi non capisce. La prima raccomandazione, però, è che bisogna continuare ad avere fede. Valérie era un fiore appena sbocciato, cullata da tutti, dai suoi genitori e dagli abitanti di Sorreley; è cresciuta nella fede, e in questa chiesa ha ricevuto Battesimo e Cresima. Era circondata da genitori e amici entusiasti, ma nel cielo sereno spesso arrivano fulmini e temporali, malattie che non perdonano e cambiano tutto in poche ore. Appunto, rimane la domanda: Perché signore? Valérie, come la mia nipotina, guardavano gioiose all’avvenire, ma il loro futuro è stato infranto. Non capiremo mai interamente il senso, ma dobbiamo ringraziare perché il Signore ce le ha date. Valérie è stata scelta per una determinata vita, ha ricevuto tanto, ma anche dato tanto e continuerà a sorridere ai suoi genitori che le hanno dato la vita: ora sarà lei a restituirla. Non bisogna vivere nel rimpianto. E ai compagni di scuola e di oratorio dico: la ricorderete con il sorriso e così facendo riuscirete a dare un senso alla vostra vita, a essere più generosi e a impegnarvi ancora di più. Lei trovava sempre le soluzioni a tutto e così dovrete fare voi». Un ultimo pensiero Don Elio Vittaz lo rivolge alla scelta dei genitori di consentire la donazione degli organi: «Con questo dono finale, i genitori hanno interpretato la gioia e la generosità di Valérie, permettendo a qualcuno di guardare con speranza all’avvenire; una nuova vita rinascerà nel suo nome».
Valérie Trione lascia la mamma Ernesta Léger, il papà Christian, il fratello Michel, i nonni Lucia, Laura e Mauro, gli zii Monique con Diego, Rosanna con Dino, Fernando con Paola e Aline.
(alessandro bianchet)