Le imprese affogano, ne chiude una ogni giorno
Mai così male. Tra gennaio e marzo 2013 sono 31 mila 351 le imprese che si sono arrese, messe in ginocchio da una crisi senza precedenti. La fonte è il rapporto di Movimprese di Unioncamere che analizza la nati mortalità delle imprese a cadenza trimestrale. Mai così male perchè si tratta del saldo peggiore dal 2004; era andata ‘meglio’ perfino nel 2009, l’annus horribilis della crisi quando la media tra aperture e chiusure di imprese era stato negativo per poco più di 30 mila unità. Nel primo trimestre 2012 erano state 120.278 le imprese nuove iscritte, a fronte di 146.368 cessate, con un saldo negativo di 26.090 unità. Ancora una volta, a pagare il prezzo più caro, sono stati gli artigiani, con 21.185 imprese artigiane che mancano all’appello e che rappresentano due terzi (oltre il 67%) delle aziende cessate nei primi tre mesi dell’anno. Pur distante dai grandi numeri del bel Paese anche la nostra regione solitamente in controtendenza mostra un saldo negativo. Nel primo trimestre dell’anno sono state 232 le imprese iscritte, a fronte di 409 imprese cessate, con un saldo negativo di 177 unità. 79 sono state le imprese artigiane iscritte, 121 quelle chiuse, con un saldo negativo di 42 unità.
E’ duro il commento del segretario di CNA Cesare Grappein: «che il sistema produttivo sia in uno stato di emergenza ormai cronica non è una novità spiega – I numeri sono preoccupanti e la realtà lo è altrettanto; stiamo assistendo ahinoi impotenti al crollo ventilato mesi se non anni addietro. E tutto questo con il tacito assenso degli interlocutori politici. Sembra quasi che ci sia un preciso intendo di cancellare del tutto le piccole imprese artigiane.
Altri dati e l’intervista a Grappein sul numero di Gazzetta Matin in edicola lunedì 29 aprile.
(cinzia timpano)