Consiglio: i commenti al bilancio di previsione del comune capoluogo
«Sono d’accordo con il collega Curtaz, è necessario ridisegnare il modo di fare politica in Valle d’Aosta, non lo dico con ironia, bisogna però tenere in considerazione quanto siano cambiati il mondo e le risorse disponibili alla luce della crisi che va avanti dal 2008. Io credo che questa amministrazione sia già stata coerente con l’agenda Monti». Così il consigliere di Fédération Salvatore Luberto commenta il bilancio di previsione 2013, sottolineando come «nel concreto, il documento contabile garantisce servizi e dà risposte ai cittadini nonostante le risorse ridotte al minimo».
Di «capacità, oculatezza e correttezza» ha parlato il consigliere Aldo Di Marco (Union Valdotaine), sottolineando come si mantengano i servizi e si risponda ai bisogni della collettività. Guidare una nave in acque tempestose chiede grandi capacità e lungimiranza e questa giunta dimostra con questo bilancio di possedere queste doti».
Il consigliere Valerio Lancerotto (UV) ha espresso «apprezzamento per il lavoro della giunta nonostante le difficoltà – lodando le «risposte di qualità e quantità al nucleo fondamentale della società, la famiglia»
«Non ci capisco niente di bilancio – ha detto simpaticamente il consigliere Ilio Viberti (Alpe) – una cosa l’ho capita però e cioè che soldi non ce ne sono. Voglio però sottolineare il giusto atteggiamento di questa maggioranza che fa a meno di Mamma Regione, si mette lì e fa dei tagli. Mi piace anche il concetto di condivisione di responsabilità. Mi auguro che il comune di Aosta passi dalle grandi opere ai grandi risparmi e sia in grado di mantenere i servizi ai cittadini. Sono contento di questo clima politico». Il consigliere unionista Alessandro Pelanda che ha spiegato come «solo l’unità di intenti potrà permetterci di affrontare il delicato momento storico-politico che ci aspetta». Franco Napoli (Fédération Autonomiste) ha parlato «di un bilancio che funziona, abbiamo lavorato bene e dobbiamo continuare a lavorare uniti per il bene della comunità, oppressa dal punto di vista fiscale»
(c.t.)