Rinviato il voto sul decreto liberalizzazioni
La quarta Commissione consiliare Economia e Sviluppo, presieduta da Diego Empereur, rinvia il voto sulla proposta di legge regionale sulla media e grande distribuzione e, accogliendo le sollecitazioni giunte da più parti – dall’associazione commercianti, che aveva disertato l’audizione, alle minoranze, che avevano abbandonato i lavori – decide per un ulteriore approfondimento. Il testo non sarà, come annunciato, sottoposto all’analisi del Consiglio Valle nella seduta di mercoledì 25 e giovedì 26 luglio. I gruppi Alpe e Pd avevano abbandonato i lavori della commissione denunciando il conflitto di interessi del presidente – sua l’area sulla quale sorgerà a Sarre il Bennet – ma soprattutto la fretta con la quale la maggioranza voleva approvare il provvedimento. A spingere il governo al rinvio non certo il conflitto di interesse «perché nelle piccole realtà è più facile incappare in situazioni alla Empereur se si possiedono dei beni e parlare di conflitto d’interesse è un’esagerazione», ha spiegato il presidente della Regione Augusto Rollandin nella conferenza stampa sella Giunta ma la volontà di dare ulteriori spiegazioni e fornire dettagli – tanto che saranno chiamati in Commissione pure i parlamentari – su una legge, quella sulle liberalizzazioni, voluta dall’Europa, prima, e dall’Italia poi. A chi cita Bolzano, che contro le direttive nazionali è andata, il governo risponde: «Ha perso il ricorso».
In una nota i gruppi consiliari Alpe e Pd «registrano con soddisfazione lo stop deciso dalle forze di maggioranza». «La richiesta di un serio approfondimento sui contenuti di questa norma – sottolineano – era una delle ragioni della nostra opposizione al provvedimento nella forma e con l’urgenza con cui era stato ‘catapultato’ sul tavolo della Commissione consiliare. E’ importante che si siano fatti sentire su questo tema con forza anche gli operatori del settore del commercio, i primi e più diretti a subirne le pesanti conseguenze, insieme alle organizzazioni dei lavoratori e degli interessi dei consumatori. Resta comunque aperta la questione della trasparenza e imparzialità dell’organo incaricato di esaminare la proposta».