Cogne AS: situazione generale difficile ma l’export tiene
Un modello di business nuovo che consenta di mantenere i volumi pressochè stabili «perchè questo è il primo obiettivo, anche se ipotizziamo una contrazione del fatturato». Mantenere i livelli occupazionali e «in previsione, nel 2013 abbandonare il ricorso alla cassa integrazione». Un aumento di capitale per 13 milioni 550 mila euro, «e non c’è miglior risposta a chi ipotizza un cambiamento dell’assetto societario o la volontà di cedere l’azienda». Un bilancio chiuso a 528 milioni di euro, in miglioramento rispetto al 2009 e 2010. Un piano di investimenti che nel triennio 2012/2015 sfiora i 40 milioni di euro con una previsione di crescita del 12% «che ci riporterà ai volumi degli anni ante crisi». Una marcia industriale «a strappi» con accelerazioni e rallentamenti «che non è un granché ma che è necessaria in un momento così complicato».
L’ingegner Roberto Marzorati, vice presidente della Cogne Acciai Speciali ha illustrato l’andamento del primo semestre 2012 e le prospettive per la seconda parte dell’anno, presentando agli operatori dell’informazione un piano di sviluppo strategico, avvalorato da uno dei più importanti istituti di consulenza del settore siderurgico e meccanico, la società tedesca Roland Berger.
L’ingegner Marzorati ha confermato la riorganizzazione della produzione orientata sui settori di mercato a tasso di sviluppo maggiore, automotive, oil & gas, medicale ed energia.
Di situazione «difficile in tutto il mondo, dagli Stati Uniti,a i Paesi europei, alla Germania alla quale guardiamo con preoccupazione» – ha parlato l’amministratore delegato di CAS Monica Pirovano – i nuovi ordinativi sono sempre in calo negli ultimi 22 mesi – ha detto il manager – mentre i volumi sono in calo dalla primavera del 2011. I dati dell’indagine previsionale di Confindustria Piemonte non sono confortanti; aumenta il ricorso alla cassa integrazione, si riduce la capacità produttiva, gli investimenti sono inesistenti».
C’è una piccola luce in fondo al tunnel e cioè l’alta percentuale di export che per la Cogne si avvicina all’80% rispetto a valori che sono sempre rimasti tra il 60 e 70%.
I crediti commerciali vantati dalla CAS sono passati da 161 a 168 milioni; i debiti sono calati di due milioni, passando da 146 a 143 milioni. «25 milioni di euro di differenza non sono pochi – ha commentato la dottoressa Pirovano – segno di una situazione sana».
(cinzia timpano)