OCSE, gli studenti valdostani tra i migliori d’Italia
Nell’ambito dell’analisi dei risultati sono intervenuti il dirigente tecnico Piero Floris che ha sottolineato gli aspetti positivi della scuola valdostana «Il sistema scolastico della Valle dAosta, alla sua prima comparazione internazionale, posizionandosi ai primi posti della classifica delle regioni italiane, risulta in buona salute.
La scelta di mantenere una presenza diffusa delle istituzioni scolastiche sul territorio, con un conseguente numero ridotto di allievi, può essere uno dei fattori che hanno contribuito al raggiungimento di buoni risultati. L’elemento di maggiore soddisfazione ci sembra possa essere la relativa equità del sistema scolastico nel suo complesso. La disparità nei risultati e nel rendimento degli studenti valdostani è infatti più contenuta che nel resto del Paese. Ma se il dato è positivo sul piano comparativo, rimane il fatto che le diversità di risultato esistono e non sono trascurabili, considerato, ad esempio, il divario nei punteggi tra gli studenti dei licei e quelli della formazione professionale.
A rendere positivo il risultato complessivo della nostra regione hanno concorso decisamente le performance degli istituti tecnici e degli istituti professionali che quelle dei licei. Infatti, Gli istituti tecnici valdostani, sono secondi solo a quelli della Lombardia».
Ma non ha voluto mancare di evidenziare anche qualche criticità:
«La nostra regione però è quella che presenta il tasso più alto di studenti in ritardo. La causa di questo fenomeno è più da ascrivere ai criteri di valutazione dei docenti che a una carenza di preparazione degli alunni, visto che i punteggi conseguiti nei test PISA dagli studenti valdostani in ritardo di un anno sono più alti di quelli delle altre regioni.
I dati confermano poi, che esiste una correlazione diretta tra gli anni di studio dei genitori sia con il tipo di scuola frequentata dai figli sia con il punteggio ottenuto in lettura. Quando la scolarità
dei genitori è bassa, diminuisce fortemente la frequenza ai licei e aumenta sensibilmente quella agli istituti professionali, così come i punteggi in PISA non arrivano mediamente mai alla sufficienza.
Questa constatazione induce a riflettere sulleffettivo grado di equità del nostro sistema scolastico e formativo, cioè sulla sua capacità di garantire a tutti eguali opportunità».