Casinò: 18 sì su 19 votanti alla legge sul debito Finaosta, alla nuova maggioranza manca un voto
In aula sono rimasti i 17 della maggioranza relativa più i due consiglieri di Rete Civica
Casinò: passa con 18 voti, 20 presenti in aula – hanno votato i 17 della maggioranza + 2 di Rete civica, non ha votato Daria Pulz -, il disegno di legge, varato dalla Giunta regionale. Si sono chiamati fuori Lega, Mouv’, Gm e M5S. Dunque alla conta al nuovo governo di scopo manca un voto. L’atto trasforma il credito di 48 milioni di euro di Finaosta in apporto di capitale, tramite la sottoscrizione di uno Strumento Finanziario Partecipativo.
Sette domande sul Casinò e altrettante risposte: tante ne ha fatte e tante ne ha date Stefano Aggravi in aula consiliare. «Sono elementi di riflessione utili affinché il Consiglio decida in serenità». In sintesi il disegno di legge 31, per Aggravi, non dà certezze sulla salvezza della società né sul recupero del credito da parte della Regione. Analoghi dubbi sono stati avanzati dal consigliere di Mouv’ Roberto Cognetta. «Questo disegno di legge presenta lati oscuri. Non credo che questo atto sciolga i dubbi in sede di Corte dei conti. E’ un barbatrucco contabile che ancora una volta mette le mani nelle tasche dei valdostani».
L’antefatto
Si riferisce il consigliere leghista ai 48 milioni di crediti che la Finaosta vanta nei confronti della Casinò de la Vallée spa che, con la proposta di legge, saranno trasformati in un acconto patrimoniale. Il presidente della Regione Antonio Fosson, presentandolo, aveva detto «va nella direzione di tutelare al meglio la Regione non cancellando il debito. Il socio potrà partecipare agli utili finito la stato di crisi. L’atto caso consente di tutelare al meglio il patrimonio, trasformando i crediti in apporti di capitale».
Gli interventi
Pierluigi Marquis (Stella alpina). «Questo è lo strumento adeguato per risolvere la problematica del debito postergato. Questo strumento permetterà di partecipare alla distribuzione degli utili o al riparto del residuo attivo di liquidazione nel caso di una procedura fallimentare. Condivido non ci siano certezze ma se la Regione non fa niente il credito svanisce».
Si chiede Daria Pulz (Adu) perché «la Lega ha portato avanti il concordato senza dire che la Regione avrebbe perso i 48 milioni». Alla maggioranza chiede perché «questo scempio di denaro pubblico quando già la casa da gioco aveva l’occhietto da triglia lessa?». Ricorda in aula come la Corte dei conti abbia parlato di «azienda in decozione». Questa legge converte in una posta di patrimonio netto il debito verso Finaosta. E’ un’alchimia finanziaria in extremis».
Per Luigi Vesan (M5S) «I valdostani non rivedranno subito i 48 milioni. Di fatto ci saranno solo quando il casinò sarà nuovamente in grado di produrre utili. Speriamo che venga questo momento, seppure remoto. Siamo assolutamente perplessi però riconosciamo che è una assunzione di responsabilità dei proponenti».
Così Chiara Minelli (Rete civica). «Negli anni la Regione ha erogato finanziamenti assolutamente copiosi e poco lungimiranti. Oggi siamo in una situazione delicatissima. Questo è uno strumento che è previsto dal codice civile anche se scarsamente utilizzato. Per me è una strada legale. Il Commissario ha sollecitato la Valle d’Aosta a decidere sul debito. La Corte dei conti si sta occupando di altre somme non dei 48 milioni. Lo diranno il giudice e il tribunale se il casinò si salverà dal fallimento, che sarebbe una iattura, lo sapremo a breve. Se esiste la possibilità, anche se remota, di recuperare qualcosa, ritengo che questa strada vada intrapresa».
L’assessore alle Finanze Renzo Testolin ha ribadito che «c’è una volontà di trovare una linea di condotta in una situazione contingente, che è stata il frutto di scelte precedente ma che va affrontata. Se approvato il concordato in continuità annullerebbe il debito della casinò spa verso la Regione. Nessun ristoro: è una scelta, la nostra, permetta di raggiungere la doppia finalità. Queste risorse faranno parte del patrimonio netto e non potranno essere rivendicate, in caso di fallimento; in caso di ripresa daranno accesso ai dividendi».
(danila chenal)