Processo Casinò: Frigerio condannato a 4 anni e 120 milioni di risarcimento
Il pm Eugenia Menichetti aveva chiesto la condanna a 5 anni e 4 mesi per truffa e falso in bilancio nell'ambito del processo sui 140 milioni di euro di finanziamenti alla casa da gioco
Condanna a quattro anni di reclusione e al risarcimento di 120 milioni di euro alla Regione. Questa al stangata comminata all’ex amministratore unico del Casinò di Saint-Vincent, Luca Frigerio, dal Tribunale di Aosta nell’ambito del processo sui 140 milioni di euro di finanziamenti erogati proprio dall’amministrazione pubblica a favore della Casa da gioco.
La sentenza
I giudici Marco Tornatore, Eugenio Gramola e Maurizio D’Ambrusco, dopo qualche ora in camera di consiglio, alle 17.20 hanno pronunciato la sentenza. La condanna fa riferimento a entrambi i reati contestati dalla Procura nei confronti dell’ex amministratore unico del Casinò: truffa e falso in bilancio.
Oltre alla pena detentiva (4 anni), Frigerio è stato condannato anche al pagamento di un risarcimento da 120 milioni a favore della Regione autonoma Valle d’Aosta, che si era costituita parte civile e che era rappresentata in giudizio dall’avvocato Riccardo Jans.
In base a quanto si è appreso, la condanna sarebbe basata su 3 atti: un finanziamento del 2012 per il valore di 50 milioni; un finanziamento del 2013 da 10 milioni; un aumento di capitale da 60 milioni, risalente al 2014.
«Abbiamo avuto un’indicazione opposta rispetto a quella del gup. Evidentemente, avendo letto gli stessi atti, si sono fatti una ragione diversa. A noi sembra francamente un po’ paradossale, però è giustizia. Leggeremo la sentenza». Lo ha detto Cesare Cicorella (difensore di Frigerio) uscendo dall’aula. L’avvocato ha poi aggiunto: «Noi siamo radicalmente conviti che non ci siano responsabilità in questa storia. Evidentemente abbiamo una visione della giustizia e dei principi su cui si fonda diverse». Secondo l’avvocato, «se dovessero passare regole di questo genere io voglio vedere chi si permette di fare il bilancio esprimendo delle valutazioni». Riguardo alla differenza tra la pronuncia del gup Paolo De Paola (che aveva assolto tutti gli altri imputati) e quella odierna del Collegiale, Cicarella ha detto: «Questo è indice di un contrasto interno di giurisprudenza. Succede anche in Cassazione che una sezione lo stesso giorno dica una cosa, e un altro collegio ne dica un’altra; fa parte delle situazioni della giustizia. Poi, quale tra le due sia giusta, lo dirà la Corte d’Appello».
La richiesta del pm
Per l’imputato, difeso dagli avvocati Maria Chiara Marchetti e Cesare Cicorella, il pm Eugenia Menichetti aveva chiesto ai giudici Marco Tornatore, Eugenio Gramola e Maurizio D’Abrusco la condanna a 5 anni e 4 mesi di reclusione.
(federico donato)