Finanziamenti Casinò: la Procura impugna la sentenza di assoluzione
Il sostituto procuratore Eugenia Menichetti ha presentato le carte per l'Appello.
Finanziamenti Casinò: la Procura della Repubblica di Aosta ha impugnato la sentenza di assoluzione pronunciata dal gup, Paolo De Paola, al termine del processo relativo ai 140 milioni di euro erogati dalla Regione al Casinò di Saint-Vincent tra il 2012 e il 2015.
Il processo, svoltosi con rito abbreviato, vedeva imputati l’ex presidente della Regione Augusto Rollandin e gli ex assessori al bilancio Mauro Baccega ed Ego Perron. Insieme agli amministratori regionali, alla sbarra vi erano l’ex amministratore unico Lorenzo Sommo, i sindaci Fabrizio Brunello, Jean Paul Zanini e Laura Filetti; i reati contestati dalla Procura – a vario titolo – erano truffa e falso in bilancio.
L’Appello
Il sostituto procuratore Eugenia Micheletti ha depositato ieri (mercoledì 20 febbraio) la documentazione relativa all’Appello; il pm ha impugnato interamente la pronuncia del gup, confermando quindi le due fattispecie di reato contestate e i sette imputati.
La sentenza emessa dal Tribunale di Aosta
Il 22 gennaio, il gup aveva depositato le motivazioni che lo avevano indotto ad assolvere tutti gli imputati. Così scrive il giudice aostano: «L’intero Consiglio regionale, in quasi totale accordo, ha deliberato il finanziamento sulla base di precise scelte politiche. E’ da escludere la sussistenza di elementi idonei a configurare con certezza l’induzione in errore. Deve ritenersi più plausibile la consapevolezza politica della scelta compiuta di finanziare il Casinò de la Vallée spa, con il coinvolgimento anche dell’opposizione, anche alla luce di soli due voti contrari». Aggiunge De Paola: «Non si può evincere, dagli atti d’indagine, una prova di un accordo criminoso intercorso tra gli imputati». La prova, secondo l’accusa, scaturiva dall’intercettazione del 22 novembre 2016 tra Sommo, Zanini, Perron e Rollandin. «Le conversazioni – conclude il giudice – sono state captate oltre la data dell’ultima deliberazione contestata nel capo d’imputazione. Quindi non possono far ritenere che quegli accordi vi fossero anche nelle annualità precedenti. Inoltre, il dialogo tra Rollandin e Perron fa desumere al più un’incredulità da parte degli organi politici sull’andamento ancora negativo del Casinò, più che una situazione che era già stata di fatto premeditata».
La posizione di Luca Frigerio
Sta invece avanzando su un binario parallelo il processo all’ex amministratore unico del Casinò, Luca Frigerio; unico rinviato a giudizio al termine dell’udienza preliminare sui finanziamenti regionali erogati a favore del Casinò. A fine gennaio, i giudici Marco Tornatore, Eugenio Gramola e Maurizio D’Ambrusco avevano accolto la richiesta dei difensori avvocati (Maria Chiara Marchetti e Cesare Cicarella) di procedere con rito abbreviato condizionato. Frigerio deve rispondere delle accuse di truffa ai danni dello Stato e falso in bilancio.
La condanna (parziale) della Corte dei conti
Al termine del processo relativo alla Corte dei conti, i magistrati Pio Silvestri (presidente e relatore), Paolo Cominelli e Alessandra Olessina, avevano condannato a risarcire «il danno liquidato all’attualità in euro 30 milioni» i seguenti imputati: Augusto Rollandin, Mauro Baccega ed Ego Perron (4.5 milioni); Aurelio Marguerettaz e Marco Viérin (3 milioni); Luca Bianchi, Stefano Borrello, Joël Farcoz, David Follien, Antonio Fosson, Giuseppe Isabellon, Leonardo La Torre, André Lanièce, Pierluigi Marquis, Marilena Péaquin, Claudio Restano, Emily Rini e Renzo Testolin (807 mila euro). La Corte aveva invece assolto Albert Lanièce, Raimondo Donzel, Ennio Pastoret e Peter Bieler, con i primi tre che si erano visti revocare il sequestro conservativo, disposto in via cautelare lo scorso 24 aprile. Tuttavia, a novembre, il procuratore regionale della Corte dei conti della Valle d’Aosta, Massimiliano Atelli (subentrato a Roberto Rizzi), ha depositato l’atto d’Appello contro la parte della sentenza di primo grado che, aveva assolto gli imputati dalla richiesta di condanna a 110 milioni di euro. Al momento, la data in cui si discuterà l’Appello non è ancora stata fissata.
In foto, il pm Eugenia Menichetti.
(federico donato)