Valle d’Aosta: varato il nuovo governo di Antonio Fosson
Emily Rini presidente del Consiglio , vicepresidenti Augusto Rollandin e Luca Distort; i segretari sono Claudio Restano e Luigi Vesan
Valle d’Aosta: varato il nuovo governo Fosson. La nuova maggioranza a 18 (Uv, Uvp; Alpe, Sa, Pnv + Emily Rini) ha iniziato il suo percorso. Contro M5S, Lega Vallée d’Aoste, Mouv’ e Mouv’. Si riparte da 18 a 17. Ribadisce il neo eletto capo dell’esecutivo Antonio Fosson ribadisce: «E’ un governo istituzionale e di responsabilità per superare le emergenze ma sarà soprattutto un governo di dialogo. Sappiamo che sarà una grande sfida ma lo è per tutto il Consiglio regionale».
La squadra
Mauro Baccega alla Sanità, salute e politiche sociali; Stefano Borrello alle Opere pubbliche, Territorio ed edilizia residenziale pubblica; Chantal Certan all’Istruzione, Università, ricerca e politiche giovanili; Luigi Bertschy agli Affari europei, politiche del lavoro, inclusione sociale e trasporti; Renzo Testolin alla carica di assessore alle Finanze, attività produttive e artigianato e vice-presidente dell’esecutivo; Albert Chatrian all’Ambiente, risorse naturali e Corpo forestale; Laurent Viérin al Turismo, sport, commercio, agricoltura e beni culturali.
Rini presidente del Consiglio
La presidenza del Consiglio va a Emily Rini. Così il voto in cabina: 18 voti per Rini, 1 Claudio Restano e 16 Elso Gerandin. La vicepresidenza di maggioranza è affidata al consigliere dell’Union valdôtaine Augusto Rollandin. Come consigliere segretario il nuovo governo propone Claudio Restano. Per le opposizioni rivestiranno il ruolo di vicepresidente il consigliere Luca Distort (Lega) e in come segretario consigliere Luigi Vesan (M5S).
Rini, rispetto
«E’ con profondo senso di responsabilità che assumo la presidenza del Consiglio Valle. E’ un grande onore rappresentare nuovamente l’Assemblea». Evoca Rini il dialogo, «che è l’essenza della democrazia, e il rispetto degli altri. Mi auguro che si possa ritrovare un clima di dialogo. A tal fine occorre metterci tutti e subito al lavoro perché la comunità valdostana aspetta delle risposte». Garantisce che sarà il presidente di tutti e tutte e mette in guardia contro la polemica sterile.
Il dibattito
«Anche la carica del presidente del Consiglio Valle, il più alto ruolo istituzionale dell’Assemblea, è stata assegnata come da manuale Cencelli». Punta il dito contro la spartizione di poltrone tra «quattro forze che non hanno nulla da spartire» il capogruppo della Lega Vallée d’Aoste Andrea Manfrin. Del programma del nuovo esecutivo dice «è una semplice lista della spesa raffazzonata. Sembra ‘’un mettiamoci lì e poi vedremo’’». A Viérin affibia il nomignolo di «super assessore all’agriculturismo» a Laurent Viérin.
Di «revenants» parla Roberto Luboz (Lega). «Se la nostra maggioranza era debole e inesperta quella entrante è solo basata sul culto anormale di egocentrismo smisurato. Abbiamo fallito perché la lealtà è venuta meno (leggi Alpe)».
Torna a stigmatizzare il bando affitti discriminatorio nei confronti degli extracomunitari la consigliere di Impegno civico Daria Pulz. «E’ l’ultimo colpo di coda del governo a trazione leghista che contrasteremo. Oggi assistiamo all’ennesimo ribaltone dal quale difficilmente potrà uscire il nuovo. Il mio voto per il nuovo governo non può che essere negativo. Non leggo nessuna volontà di costruire insieme qualcosa di nuovo e giusto. Spero possiate smentirmi al più presto».
«Stiamo assistendo alla restaurazione senza la rivoluzione. Oggi cala il sipario sulla giunta Spelgatti nato anch’esso dalla spartizione dei posti e da un programma evanescente senza obiettivi chiari. A sostituirlo un governo che si è spostato in gran parte da una parte all’altra. La nostra regione non può più permettersi continui cambi di governo». Ha sentenziato Alberto Bertin (Impegno civico).
Per Maria Luisa Russo (M5S) «Il fallimento del governo regionale sta anche nel fatto che dall’atto del suo insediamento avrebbe dovuto iniettare fiducia nei cittadini valdostani. Così non ha fatto, riproponendo con gli stessi metodi spartitori che già avevano caratterizzato la maggioranza precedente. La casta, e noi tutti lo siamo, dovrebbe lavorare per garantire i diritti dei cittadini».
Così Elso Gerandin, assessore uscente di Mouv’, nella sua analisi. «I governi a 18 sono in balia di ogni più piccolo mal di pancia, di ogni desiderio non esaudito. Non è un progetto ma un accordo tra 18 eletti per conservare un ruolo di prestigio ben retribuito con l’unico scopo di evitare le elezioni. Questa nuova maggioranza ha tre ex presidenti della Giunta, due ex presidenti del Consiglio e 10 ex assessori. Certo l’esperienza non manca». Conclude rivendicando i traguardi raggiunti e tra questi l’accordo finanziario con lo Stato.
(danila chenal)