Aosta, gli inquilini del “grattacielo” scendono in piazza per protesta
Grattacielo quartiere Cogne ad Aosta: gli inquilini protestano e scendono in piazza. Lo faranno domani, martedì 13 novembre, in tarda mattinata. Una decisione presa al termine dell’assemblea infuocata che si è svolta mercoledì scorso a casa di Loredana Brunod, uno degli inquilini più attivi del grattacielo. Una assemblea dove la rabbia e la frustrazione l’hanno fatta da padrone e in cui non sono mancate le critiche al sindaco del capoluogo, Fulvio Centoz.
Striscioni di protesta
«Solo bugie», «saturi di menzogne», «siamo stati abbandonati» recitano gli striscioni che gli inquilini hanno attaccato nel pomeriggio di oggi ai loro balconi. La sensazione di abbandono è proprio quella che si avverte non appena varcato il cancello della costruzione: crepe sui muri, corrimano arrugginiti dalle intemperie, sporcizia e immondizia ovunque. La muffa è diventata anch’essa inquilino fisso di tutti gli appartamenti.
Lo stato di abbandono
«Il sindaco dovrebbe venire a vedere con i suoi occhi le condizioni in cui siamo costretti a vivere» aveva urlato una degli inquilini durante la riunione». Così sabato mattina Gazzetta Matin, accompagnata dalla signora Loredana, ha deciso di andare a vedere con i suoi occhi lo stato del vecchio grattacielo. Nell’appartamento della signora Oriana, che abita al decimo piano, ci sono invece numerose crepe: «Ci hanno detto che è solo intonaco che si stacca – racconta Oriana – ma a noi non sembra proprio. Io ho paura che la casa ci crolli addosso da un momento all’altro».
La sporcizia regna sovrana anche nelle cantine: nei sottoscala mucchi di cartoni abbandonati danno l’idea che qualcuno abbia trascorso lì la notte. In una delle cantine con la porta sfondata aghi e siringhe sono sparsi per terra, come se qualcuno avesse scelto quel luogo per consumare inosservato la sua dose. «Vengono di notte, non sappiamo quanti sono ma abbiamo paura di scendere nelle cantine o nei garage quando fa buio. Non ci sentiamo più al sicuro».
Nei garage, con i soffitti puntellati da cui gocciola incessante l’acqua, ci sono numerose auto abbandonate: alcune di queste sono state trasformate in veri e propri “letti” per passare la notte. «Si entra facilmente ormai perché la porta del garage è rotta da anni. Noi abbiamo fatto presente queste cose al sindaco e all’ARER, ma nessuno è venuto a controllare o a metttere in ordine. Siamo stati totalmente abbandonati».
I ritardi? Non sono colpa nostra
«Che sia chiaro una volta per tutte: i ritardi nella consegna degli alloggi del “Contratto di quartiere I” non sono responsabilità di questa azienda; non intendiamo diventare il capro espiatorio di un anno di rinvii, burocrazia e altri impedimenti» dice a chiare lettere l’architetto Lucia Napolitano del Crea, Consorzio di Napoli, che si è occupato dei cantieri dietro al palazzo del Cral Cogne. «Come abbiamo comunicato all’amministrazione comunale che ci ha interpellato per risolvere le criticità che si sono presentate in sede di collaudo – spiega l’architetto – i cinque giorni concessi dal comune di Aosta per rispondere alle sue richieste non potevano essere sufficienti a organizzare la trasferta, i lavori e l’approvvigionamento dei materiali, stante anche la festività infrasettimanale del primo novembre. E difatti abbiamo annunciato la nostra risposta per lunedì 12».
La replica del sindaco
«Aspettiamo di vedere se e cosa risponderanno lunedì (oggi, ndr) – dice brevemente Fulvio Centoz -. Il contratto sottoscritto con la ditta prevede che l’Amministrazione possa entrare nel cantiere anche se non ancora consegnato».
Facendo qualche rapido calcolo, appare improbabile che gli inquilini possano brindare al Natale nei loro nuovi appartamenti, così come si era ipotizzato all’indomani del blocco dei collaudi.
(simona campo)