Casinò verso il baratro: bilancio – 21 milioni e stop finanziamenti
Casinò di Saint-Vincent verso il baratro: il bilancio al 31 dicembre 2017 vede una perdita di 21 milioni e 533.737 euro. Il valore di produzione è di 63 milioni, a fronte di costi di produzione per 83 milioni e oneri finanziari pari a 1,4 milioni.
Il documento finanziario sarà esaminato dall’assemblea dei soci – Regione Valle d’Aosta e Comune di Saint-Vincent – il 14 settembre.
Elevato costo del lavoro
«L’analisi dell’origine della perdita d’esercizio – si legge nella relazione del Collegio sindacale – porta a considerare che la stessa è generata in parte dall’ancora elevato costo del lavoro (che ha subito un aumento in percentuale del 5,1%, pari a 2,6 mln di euro, passando da 51,6 a 54,2 mln) in particolare se parametrato ai volumi di fatturato. Incidono pesantemente gli accantonamenti obbligatori correlati alla procedura cosiddetta ‘Fornero'”, pari a 12,3 mln, oltre agli elevati ammortamenti tecnici e ai ridotti volumi di fatturato, questi ultimi con un calo del 3,1% (2 mln).
Incertezze sulla continuità aziendale
«Non siamo in grado di esprimere un giudizio sul bilancio chiuso al 31 dicembre 2017». E’ la conclusione della relazione del collegio sindacale (Laura Filetti, Fabrizio Brunello e Jean Paul Zanini), che parla di «significative incertezze in merito alla continuità aziendale», che sono legate, secondo i sindaci – a: mancato versamento della terza rata da 6 milioni di euro prevista dalla legge regionale 7/2017; mancata attivazione delle fidejussione di 7,2 mln prevista della deliberazione del Consiglio regionale n.7 del 25 maggio 2017; mancata possibilità di utilizzare gli immobili di proprietà sociale ai fini di una eventuale retrocessione finalizzata al rimborso di rate di finanziamenti Finaosta scadenti tra il luglio 2018 e il dicembre 2019; contrazione dei ricavi aziendali (-3,3% nei primi sette mesi del 2018); mancata nuova erogazione o consolidamento di linee di credito da parte del sistema bancario.
Stop ai pagamenti
«Già da settembre, in assenza di interventi, la società non sarà più in grado di far fronte ai pagamenti». Lo sostengono i Sindaci, che parlano anche di «forti criticità riferibili alle capacità dell’azienda di far fronte ai pagamenti alle scadenze nel breve/brevissimo termine quanto alla sostenibilità economica della gestione ordinaria e di possibili accadimenti straordinari».
Piano di ristrutturazione non idoneo
Il piano di ristrutturazione aziendale «non si è dimostrato idoneo a evitare l’aggravarsi della crisi, a correggerne gli effetti e ad eliminarne le cause». Lo sostiene il Collegio sindacale. «Il raggiungimento dell’equilibrio economico e finanziario della società non è ad oggi ipotizzabile che avvenga nelle tempistiche previste dal piano originario, stante la forte criticità finanziaria, indubbiamente correlata alle costose procedure ‘Fornero’ per l’esodo dei dipendenti, oltre che al mancato riequilibrio economico che ancora caratterizza i risultati di esercizio nonostante le riduzioni dei costi operativi. Il rilancio della struttura sta avendo inizio solo recentemente, con effetti economici ad oggi non ancora concretamente rilevabili».
Esodo dipendenti troppo a rilento
Secondo i sindaci, «l’esodo dei dipendenti è avvenuto in numero ridotto rispetto ai limiti previsti nell’accordo sindacale del 10 luglio 2017; ne è diretta conseguenza che il costo del lavoro a livelli eccedenti l’equilibrio richiesto dalla capacità dell’azienda di produrre ricavi».
Stop ai nuovi finanziamenti
«Il consolidamento delle linee di credito in essere al mese di marzo 2017, pari a complessivi 20 milioni di euro circa, e l’aggiunta di ulteriori finanziamenti dal sistema bancario per 15 milioni di euro, sono entrambi obiettivi che non si sono realizzati, neanche in parte, in quanto gli istituti di credito, per ragioni non riconducibili all’andamento dell’attività sociale, non si sono dichiarati disponibili a concedere nuovi finanziamenti a medio lungo termine senza il rilascio di ulteriori garanzie».
Fare presto
Ieri, giovedì 6 settembre, Uv e Uvp con un comunicato congiunto avevano chiesto la convocazione urgente delle commissioni consiliari II e IV per confrontarsi sulla grave situazione, puntando il dito contro, a loro dire, l’immobilismo del governo regionale. Oggi sono i sindacati, attraverso Claudio Albertinelli (Savt) a tuonare: «La proprietà ci deve convocare al più presto, prima dell’assemblea del 14 settembre. Devono dirci cosa intendono fare per salvare la casa da gioco».
(re.newsvda.it)