Legambiente: il Monte Bianco candidato all’Unesco porta le bandiere verdi alle giunte Marquis e Viérin
La motivazione: hanno dato impulso al processo di iscrizione; riconoscimento anche per la famiglia Elter di Cogne
In Valle d’Aosta, quest’anno a ricevere le bandiere verdi di Legambiente sono le giunte regionali Pierluigi Marquis e Laurent Viérin e i rispettivi assessorati all’Ambiente, che stanno sostenendo la candidatura Unesco per il Monte Bianco. Riconoscimenti anche per la famiglia Elter di Cogne, in Valle d’Aosta, che si è rivolta alla Corte di Giustizia Europea per denunciare le ripercussioni che i cambiamenti climatici stanno avendo sulla montagna e sulla vita quotidiana di chi vive ad alta quota e per ricordare l’inadeguatezza dei target di riduzione delle emissioni climalteranti al 2030 fissato dal Parlamento Europeo.
La candidatura
La candidatura, che coinvolge Italia, Francia e Svizzera, è stata stata lanciata nell’ottobre del 2017 a Chamonix dai rappresentanti dei diversi enti locali coinvolti. Erano presenti anche i delegati dei ministeri dell’Ambiente dei tre Paesi, riuniti in una conferenza transfrontaliera. Il primo passo per il riconoscimento internazionale è del lontano 2000 da parte francese, raccolto poi dall’Italia otto anni dopo. L’obiettivo è l’iscrizione nel 2022. Un marchio che indubbiamente porterebbe a una maggiore tutela di tutto il patrimonio ambientale del massiccio del Monte Bianco e nel contempo sviluppare ancora di più il turismo e l’imprenditoria locale legato a un approccio green.
La famiglia Elter
Gli Elter producono alimenti biologici locali e gestiscono un piccolo bed & breakfast, completamente dipendente dal turismo e in particolare dalle famose opportunità di arrampicata su ghiaccio della regione. La famiglia non è solo testimone dello scioglimento dei ghiacci, ma anche di cambiamenti significativi della temperatura. Il padre Giorgio, ingegnere forestale, sta osservando l’aumento della temperatura e spiega che le erbe e le piante regionali esclusive di altitudini superiori ai 1500 metri non fioriscono più o fioriscono troppo presto a causa dell’aumento delle temperature.
Poiché le sementi e le colture locali utilizzate dalla famiglia sono molto sensibili all’aumento della temperatura, la famiglia ha registrato un calo della produzione, oltre a maggiori costi di produzione, quantificabili come una perdita compresa tra il 20 e il 30% delle entrate. Anche la loro attività alberghiera, che dipende dall’arrampicata su ghiaccio, è a rischio, perché qualsiasi alterazione della temperatura rende pericolosa l’arrampicata su ghiaccio. La scienza dimostra che gli impatti climatici nella regione peggioreranno se non verranno prese ulteriori misure.