Aosta, flashmob in piazza: aprite i porti, restiamo umani
Dignità per tutti gli esseri umani, solidarietà e fratellanza: questi i principi che hanno spinto numerosi cittadini valdostani a ritrovarsi in piazza Chanoux, ad Aosta, giovedì sera, 14 giugno, per chiedere al ministro dell’Interno Matteo Salvini di riaprire i porti ai migranti. Nato come appello lanciato dalla Scuola di italiano DoubleTe di Aosta, appello che ha raccolto in pochi giorni più di 300 firme e l’adesione di 28 associazioni, il presidio ha visto la partecipazione di numerose associazioni valdostane tra le quali ARCI Valle d’Aosta, Libera, Valle Virtuosa, Espace populaire, DORA Donne in Valle d’Aosta, Emergency, ANPI e Cgil. “Resistere significa esistere: con queste parole Don Ciotti ha incoraggiato l’adesione ad iniziative come quella di stasera – ha spiegato Donatella Corti di Libera VdA – e a cui abbiamo aderito anche noi nella convinzione che oggi più che mai sia necessario restare umani.”
“In un Paese democratico non bisogna alzare la voce per violare diritti umani, ma bisogna alzarla per fare in modo che quei diritti vengano rispettati – ha detto Giulio Gasperini, docente della scuola DoubleTe, promotore del documento “#nonmarResto” che ha ricevuto adesioni da tutta Italia -. La violazione di un diritto umano non può essere la scusa per avere qualcosa in cambio”.
Tanti i cartelli con scritto “aprite i porti” e “restiamo umani”. Un centinaio le persone che hanno aderito al flashmob vestite di nero “perché nera è la notte in mezzo al mare”, che hanno sventolato rotoli di cartapesta blu a simboleggiare le onde del mare. Quello stesso mare su cui naviga, in queste ore, la nave Aquarius diretta verso la Spagna che le ha offerto accoglienza.
(si.ca.)