Uv: otto consiglieri, affrontare questione morale
A firmare il documento nel quale si chiede di affrontare anche il tema della legalità gli unionisti citati in giudizio dalla Corte dei Conti per i 140 milioni di euro sui finanziamenti del Casinò
«Il mondo unionista dovrà agire per sostenere la propria reputazione e la propria immagine analizzando e dibattendo a fondo il tema della legalità e della questione morale. Bisogna evitare di fare di tutta l’erba un fascio». E’ quanto scrivono in un documento otto consiglieri dell’Union valdôtaine dopo le citazioni in giudizio della Corte dei conti per 140 milioni di euro sui finanziamenti del Casinò.
I destinatari delle contestazioni assieme ad altri 13 politici ribadiscono «la correttezza e la legittimità del loro operato», per fare qualche distinguo sulle recenti vicende giudiziarie e per mettere sul tavolo del Mouvement la richiesta di «una seria riflessione sulla situazione contingente». A firmare la nota sono stati gli assessori Aurelio Marguerettaz, Emily Rini e Renzo Testolin, il presidente del Consiglio Valle, Joël Farcoz e i consiglieri regionali Marilena Péaquin, Luca Bianchi, David Follien e Giuseppe Isabellon. Pesa l’assenza di Augusto Rollandin, capogruppo dell’Uv. Nemmeno Davide Perrin e Paolo Contoz hanno firmato. Questi due non sono però coinvolti nell’indagine della magistratura contabile. Gli otto firmatari «preso atto delle indagini e delle contestazioni anche di carattere penale», che peraltro non li coinvolgono, dichiarano «di vivere almeno con imbarazzo questa situazione in cui l’Union valdôtaine per la pubblica opinione sembra essere associata alla cattiva gestione della cosa pubblica».
Noi, comportamento corretto
Gli otto esponenti unionisti alla luce degli atti notificati e relativi a presunte responsabilità contabili e a fronte della corposa rassegna stampa ritengono di dover ribadire la correttezza e la legittimità del loro operato. «In particolare – evidenziano – di aver sempre agito per salvaguardare un importante complesso aziendale composto dal Grand Hotel Billia, dal Casino de la Vallée e dal suo indotto; di aver sempre deliberato su proposte supportate e accompagnate da tutti i necessari pareri di legittimità e di regolarità finanziaria; di non aver mai agito per trarre un qualsiasi vantaggio personale e non aver mai messo in tasca un euro rispetto alle contestazioni formulate».