Spaccata Courmayeur: sgominata la banda della rapina a Moncler
Dopo mesi di indagini, Carabinieri e Procura di Aosta hanno messo le mani sugli autori del furto avvenuto nella notte del 5 e 6 maggio 2017 nella via pedonale e che aveva fruttato un bottino di 40 mila euro
Mesi di indagine ci sono voluti alla Compagnia dei Carabinieri di Aosta, coordinata dal pm Carlo Introvigne con l’egida del Procuratore Capo Paolo Fortuna, per mettere le mani sui colpevoli della grande spaccata al negozio Moncler di Courmayeur, avvenuta nella notte tra il 5 e il 6 maggio 2017.
Martedì 6 febbraio, infatti, la misura di custodia cautelare richiesta dal pm Introvigne ed emessa dal Gip Giuseppe Colazingari, è stata applicata nei confronti di Lucian Dima Tudor (classe 1984 residente a Torino) finito ai domiciliari, e Ciprian Brasoveanu (classe 1982) già in carcere al Lorusso e Cotugno di Torino per reati predatori. Risulta attualmente irreperibile, invece, Andrei Alexandru Istoc (classe 1986), allontanatosi dal territorio nazionale.
Le indagini dei carabinieri
Difficili e articolate le indagini, condotte dalla compagnia dei carabinieri di Aosta, guidata dal Comandante Danilo D’Angelo, che dopo qualche mese ha portato all’individuazione della “Banda del mattone”, visto il metodo utilizzato dai tre per spaccare la vetrina del negozio di Courmayeur, ma vera e propria firma e modus operandi della banda. «Questo è un grande risultato, visto che da quando ci siamo messi sulle tracce di questi “predoni” non ci sono più state spaccate – sottolinea D’Angelo –. Per noi un fatto del genere a Courmayeur è come un pugno in faccia e ci siamo dedicati al 100% per consegnare alla giustizia gli autori di reati che, spesso, sono di difficile risoluzione, visto che arrivano al culmine, come in questo caso, di raid organizzati da Torino».
Si è trattata di un’indagine tradizionale, «visto che le nuove tecniche di controllo non sono state possibili – continua D’Angelo –. I soggetti in questione tenevano i telefoni spenti e si sono appropriati della auto usate per la rapina pochi attimi primi della spaccata, prelevandole dal cortile dell’Autoalpina. I nostri contatti col Piemonte per sapere di eventuali auto rubate sono stati inutili, per cui abbiamo dovuto raccogliere tanti elementi di volta in volta».
Questa modalità, unita all’utilizzo di un grosso blocco di cemento, ha funto da “firma” e ha permesso di mettere le mani su «personaggi già conosciuti, specializzati e con parecchi precedenti specifici; le immagini e alcuni particolari dell’abbigliamento ci hanno permesso di fare il resto».
La difficoltà dell’indagine è stata accentuata dai «tempi ristretti con cui è stata compiuta – continua D’Angelo –, visto che dal furto delle auto all’ingresso nell’area pedonale di Courmayeur è passata mezz’ora; dopo un’ora erano già in uscita dal territorio regionale».
Il risultato, comunque, è importante: «Da allora non ci sono più state spaccate, ci siamo adeguati al modus operandi dei criminali e stiamo ottenendo dei risultati – spiega ancora il Comandante –. In ogni caso, invitiamo sempre la popolazione a segnalare la presenza di persone non conosciute; meglio un falso allarme in più, che ci permette di conoscere il territorio».
Il pm: «Con fatti gravi l’impegno è massimo»
E’ soddisfatto il pm Carlo Introvigne, che sottolinea come siano «stati messi insieme tanti pezzi di un puzzle» ed evidenzia come «di fronte a fatti gravi c’è il grande impegno di magistratura e forze dell’ordine, che non si fermano neanche dopo sette mesi». Introvigne parla di «una spaccata da 40 mila euro, una cosa che in Valle non si vuole nemmeno sentire» e ricorda come il grande successo sia «lo stop al reato». Carlo Introvigne sottolinea la pressante collaborazione con la procura di Torino e gli indizi arrivati anche dall’interrogatorio di Brasoveanu che dopo una perquisizione ha giustificato la presenza di vestiti legati insieme come «venduti così dalla negoziante». Le indagini hanno fatto luce anche sulle altre tre spaccate avvenute a Courmayeur? «E’ possibile – continua il pm –, ma cerchiamo riscontri, anche se non c’è continuità temporale. Acquisiremo i tabulati del 2016, ma già quelli del 2014 non sono ottenibili; l’importante è averli fermati, per un reato o tre è lo stesso».
Carlo Introvigne avvisa anche la popolazione: «Questi reati traggono linfa dall’attitudine a delinquere, ma anche dalle persone che traggono vantaggio dal frutto di questi reati – dice –; se si compra un giubbotto di Moncler a 100 euro, bisognerebbe farsi qualche domanda».
La refurtiva, purtroppo, non è stata recuperata: «E’ passato troppo tempo – conclude Introvigne –, questa merce è troppo semplice da smaltire, anche se non si tratta di furto su commissione».
La spaccata
Come detto, i fatti contestati risalgono alla notte tra il 5 e 6 maggio, quando i tre “predoni”, alle 4.34 sono entrati nel cortile dell’Autoalpina (come dimostra il video) e si sono impossessati di un’Alfa 159 (utilizzata poi per raggiungere Torino e recuperata ad Asti a luglio) e di una Fiat 500 Abarth (poi abbandonata a Courmayeur per probabile avaria e dalla quale sono arrivati i primi indizi). Le tre auto (con il “muletto” usato per raggiungere la concessionaria) escono in direzioni diverse dalla zona, ma si ritrovano alle 4.43 al casello di Aosta, per passare incolonnate con un telepass della concessionaria. Alle 5.05 l’ingresso nell’area pedonale di Courmayeur, con l’allarme scattato alle 5.10; 15 minuti e le due auto restanti si trovavano già al casello di Aosta. Di fronte al negozio Moncler, veniva poi ritrovato un blocco di cemento (vera e propria firma della banda) utilizzato per rompere il vetro.
Altri indizi e precedenti della banda
Nel corso della indagini, Carabinieri e Procura di Aosta hanno potuto verificare come, ad esempio, l’abbigliamento usato dal Dima, fosse già stato utilizzato in una rapina del 28 aprile 2017 a una profumeria di Torino. Inoltre, nell’auto utilizzata nel capoluogo sabaudo, è poi stato rinvenuto l’equipaggiamento “abituale”: una corda (per staccare eventualmente le serrande), due estintori (per eludere la videosorveglianza), un blocco di cemento e altro materiale.
(alessandro bianchet)